Pfizer ritira lotti farmaco anti nicotina: sostanze cancerogene

Clamorose “news” quelle “emerse” nelle ultimissime ore.
Pfizer ha interrotto, infatti, la distribuzione di Chantix, farmaco anti-fumo e, addirittura, ha disposto il ritiro di alcuni lotti.
La motivazione?
Probabili effetti cancerogeni.
Ma procediamo per gradi.
La notizia ha preso a circolare Venerdì 25 Giugno, battuta dalle principali agenzie mondiali e, ovviamente, ha sollevato gran clamore.
Ebbene sì, perché Chantix (o Champix) è la “pillola” per eccellenza utilizzata nei percorsi di smoking cessation, parte integrante degli specifici iter istituzionalizzati sanitari.
Sugla commerciale della vareniclina, sul mercato dal 2006, la molecola, come da bugiardino, “agisce a livello cerebrale in modo simile alla nicotina, ed è in grado di ridurre il desiderio di sigarette e altri prodotti del tabacco”.
Offerta in alternativa al bupropione, Chantix o Champix è, come fatto presente, il farmaco antinicotina per antonomasia la cui assunzione viene indicata, già a partire dai 18 anni, per un lasso temporale di 12 settimane: un margine considerato dai produttori come congruo per la disassuefazione.

ABBONDANZA DI NITROSAMMINE
Ebbene, tornando alle cose attuali, determinati lotti del farmaco sono stati repentinamente tolti dal mercato dal momento che ci si è resi conto – probabilmente per un difetto nella catena di montaggio – dell’abbondanza di nitrosammine, sostanza considerata come cancerogena.
La segnalazione è venuta dalla Food and Drug Administration, Organo Usa che sovrintende su farmacologia ed alimenti circolanti nel mercato degli Stati Uniti d’America in ordine alla loro sicurezza.
Dopo la segnalazione circa la cancerogenicità, sebbene ristretta, come detto, ad alcuni lotti, l’azienda farmaceutica ha stoppato la diffusione in tutto il mondo.
Un “incidente” che ha voluto dire un collasso dello 0.04.
Quanto alle nitrosammine, le stesse possono essere rintracciate quali elementi naturali degli alimenti (dalle birre ai salumi ed ai formaggi) o determinate da pratiche culinarie quali frittura ed arrostimento.
Senza omettere di ricordare la loro presenza in componenti quali il fumo di sigaretta e la plastica.
Gli Organi di sorveglianza italiani, in ogni caso, per quel che è il discorso alimentare, indicano la massima concentrazione in 150 milligrammi/chilo; Tornando a Pfizer, invece, dopo gli approfondimenti immediatamente scattati, si capiranno la modalità e la tempistica di riavvo del ciclo produttivo del farmaco.