“In vacanza ci vado quando dico io: e tu zitto”: OBBLIGO FERIE ILLEGITTIMO, se il capo ti costringe TI SPETTA L’INDENNIZZO I “Non le perdi mai: se non le godi, te le pagano in busta”

vacanze - yacht - mare - ferie - pexels- skyvape

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“In vacanza ci vado quando dico io: e tu zitto”: ufficiale, l’obbligo delle ferie è illegittimo. E se  il capo ti costringe tu rifiutati, anzi: per legge ti spetta l’indennizzo. “Non le perdi mai: se non le godi, te le pagano in busta”: il datore è responsabile, e deve metterti nelle ‘migliori condizioni”.

Altro principio di diritto sulle ferie: “Il diritto alle ferie non si perde automaticamente, il datore di lavoro deve dimostrare di aver messo in condizione il dipendente di fruirle”

Il diritto alle ferie rappresenta uno dei capisaldi della tutela dei lavoratori, sancito sia dalla Costituzione italiana sia dal diritto europeo. Non si tratta soltanto di un beneficio accessorio.

Stiamo parlando di un vero e proprio diritto fondamentale, legato alla salute e al benessere psicofisico del dipendente. Negli ultimi anni, diverse sentenze – anche della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – hanno ribadito un principio essenziale.

Stiamo parlando del fatto che il lavoratore non può perdere automaticamente le ferie maturate e non godute. Il rischio, se accadesse, sarebbe enorme. E non per lui.

Cosa succede se non ti fa godere le ferie

Il punto centrale della questione riguarda la responsabilità del datore di lavoro. Non è sufficiente sostenere che il dipendente non abbia richiesto le ferie o che non le abbia utilizzate entro l’anno di maturazione. Al contrario, spetta al datore di lavoro dimostrare di aver messo concretamente il lavoratore in condizione di fruirne. Questo significa, per esempio, averlo informato per tempo, avergli concesso effettivamente la possibilità di assentarsi senza ostacoli e averlo invitato ad esercitare il suo diritto.

In pratica, se un dipendente non prende ferie perché teme ripercussioni, perché il carico di lavoro è eccessivo o perché l’azienda non gliele concede nei fatti, non può essere penalizzato. La perdita automatica delle ferie, in queste condizioni, è illegittima. Non basta dunque scrivere nel regolamento interno che le ferie devono essere consumate entro una certa data: occorre fornire prove concrete, come comunicazioni scritte o organizzazioni dei turni, che dimostrino la reale possibilità per il lavoratore di assentarsi.

vacanze mare - estate - isola - pexels - skyvape
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Le ferie le faccio quando dico io

La questione si lega anche all’aspetto economico. Infatti, al termine del rapporto di lavoro, se le ferie non sono state godute, il dipendente ha diritto a ricevere un’indennità sostitutiva. E questo vale anche se, formalmente, il periodo utile è scaduto: ciò che conta è stabilire se sia stata data o meno la possibilità concreta di usufruirne.

Il principio ha una portata enorme per la tutela dei lavoratori. Significa che i diritti non possono essere svuotati da clausole formali o da prassi aziendali poco trasparenti. L’onere della prova ricade sull’impresa, e questo sposta l’equilibrio a favore della parte più debole del rapporto di lavoro.
In definitiva, il messaggio è chiaro: il diritto alle ferie non si perde automaticamente. Non è un privilegio, ma una garanzia che tutela la salute, la sicurezza e la dignità del lavoratore. E il datore di lavoro, se vuole evitare contenziosi, deve essere in grado di dimostrare di aver fatto tutto il necessario per consentirne la fruizione.