”Per una pace e una prosperità durature’: via all’intesa di Sharm

Donald_J._Trump - wikipedia - skyvape

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”Per una pace e una prosperità durature”: con un titolo emblematico, si fissano dunque i ‘paletti’ e i target della dichiarazione firmata a Sharm el-Sheikh. Un momento, evidentemente, storico: che tutte le parti coinvolte si augurano possa essere duraturo, viatico di un domani prospero.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al-Thani e i presidente turco Recep Tayyip Erdoğan hanno sancito il ‘cambio di passo’ auspicato.

”Noi sottoscritti accogliamo con favore l’impegno e l’attuazione davvero storici da parte di tutte le parti dell’Accordo di Pace di Trump, che pone fine a oltre due anni di profonda sofferenza e perdita, aprendo un nuovo capitolo per la regione caratterizzata da speranza, sicurezza e una visione condivisa di pace e prosperità”.

Ecco come inizia la dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. “‘Sosteniamo i sinceri sforzi del presidente Trump per porre fine alla guerra a Gaza e portare una pace duratura in Medio Oriente. Insieme, attueremo questo accordo in modo da garantire pace, sicurezza, stabilità e opportunità per tutti i popoli della regione, compresi palestinesi e israeliani”, si legge nel testo.

”Siamo consapevoli che una pace duratura sarà una pace in cui sia i palestinesi che gli israeliani potranno prosperare, con i loro diritti umani fondamentali tutelati, la loro sicurezza garantita e la loro dignità tutelata”, hanno poi aggiunto i leader.

Cooperazione, dialogo e futuro

”Affermiamo che un progresso significativo emerge attraverso la cooperazione e un dialogo costante e che il rafforzamento dei legami tra nazioni e popoli serve gli interessi duraturi della pace e della stabilità regionale e globale”, si evince dalla dichiarazione.

”Riconosciamo il profondo significato storico e spirituale di questa regione per le comunità religiose le cui radici sono intrecciate con il territorio, tra cui Cristianesimo, Islam ed Ebraismo. Il rispetto per questi sacri legami e la protezione dei loro siti patrimoniali rimarranno fondamentali nel nostro impegno per la coesistenza pacifica”, hanno poi sottolineato i confirmatari.

President_Recep_Tayyip_Erdoğan - wikipedia - skyvape
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Uniti verso una sola direzione

”Siamo uniti nella determinazione a smantellare l’estremismo e la radicalizzazione in tutte le loro forme. Nessuna società può prosperare quando la violenza e il razzismo sono normalizzati, o quando ideologie radicali minacciano il tessuto della vita civile. Ci impegniamo ad affrontare le condizioni che favoriscono l’estremismo e a promuovere l’istruzione, le opportunità e il rispetto reciproco come fondamenti per una pace duratura”: ecco il paletto forse più cruciale della intera dichiarazione di intenti firmata dai protagonisti.

E ancora: ”Ci impegniamo pertanto a risolvere le controversie future attraverso l’impegno diplomatico e la negoziazione, piuttosto che con la forza o un conflitto prolungato. Riconosciamo che il Medio Oriente non può sopportare un ciclo persistente di guerre prolungate, negoziati in stallo o l’applicazione frammentaria, incompleta o selettiva di termini negoziati con successo. Le tragedie a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni devono servire da urgente promemoria del fatto che le generazioni future meritano di meglio dei fallimenti del passato”, hanno dichiarato i leader, ”Ricerchiamo tolleranza, dignità e pari opportunità per ogni persona, garantendo che questa regione sia un luogo in cui tutti possano perseguire le proprie aspirazioni in pace, sicurezza e prosperità economica, indipendentemente da razza, fede o etnia” e ”perseguiamo una visione globale di pace, sicurezza e prosperità condivisa nella regione, fondata sui principi del rispetto reciproco e del destino comune”, si legge nel testo.