“Dateci subito 850 euro sovrattassa”: batosta da infarto sugli affitti in Italia, allarme a Settembre I Rivoluzione sanguinaria nel mercato delle locazioni

Addio spese condominiali

Addio spese condominiali (Fonte: Canva) - www.skyvape.it

“Dateci subito 850 euro sovrattassa”: batosta da infarto sugli affitti in Italia, allarme a Settembre I Rivoluzione sanguinaria nel mercato delle locazioni. Sta avanzando una vera e propria ‘valanga’ tributaria che allarme chiunque deve affittare.

Negli ultimi mesi si è molto discusso di una nuova misura che si sta ipotizzando, nel settore immobiliare e, in particolare, gli affitti. Si tratta della cosiddetta tassa di 850 euro sugli affitti.

Da subito si è vissuto tutto come un dramma. Una cifra, questa, che ha attirato l’attenzione di proprietari e inquilini, sollevando interrogativi e preoccupazioni. Ma di cosa si tratta esattamente?

La tassa, a ben vedere, si inserisce nel quadro delle politiche fiscali volte a contrastare l’evasione e a rendere decisamente più trasparente il mercato delle locazioni.

Per anni, infatti, uno dei problemi principali è stato quello degli affitti “in nero”, cioè contratti non registrati, con canoni non dichiarati al fisco e, di conseguenza, con perdita di entrate per lo Stato e mancanza di tutele per gli inquilini.

Ecco da dove nasce il problema della sovrattassa

L’introduzione di una sanzione di 850 euro mira a responsabilizzare i proprietari, spingendoli a dichiarare correttamente i contratti e a rispettare le norme vigenti. Questa cifra non è pensata come una tassa “in più” per chi già rispetta le regole, ma come un deterrente per chi tenta di aggirarle. L’obbligo di registrare i contratti d’affitto, infatti, esiste da tempo: entro 30 giorni dalla stipula, il contratto deve essere depositato presso l’Agenzia delle Entrate, versando le imposte di registro o optando per il regime della cedolare secca.

La mancata registrazione comporta non solo sanzioni economiche, ma anche la possibilità, per l’inquilino, di chiedere la riduzione del canone e il riconoscimento del contratto a condizioni più favorevoli. La tassa di 850 euro, dunque, va letta come un rafforzamento di queste misure, un segnale chiaro che lo Stato intende combattere le irregolarità.

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Le critiche e la paura dei cittadini

Alcuni osservano che, per i piccoli proprietari, già gravati da imposte come l’IMU o la TASI, l’ennesima sanzione rischia di essere eccessiva. Altri ritengono che la vera sfida non sia punire, ma semplificare: ridurre la burocrazia, rendere più convenienti i regimi fiscali legali e incentivare la trasparenza.

La ipotesi di una tassa di 850 euro sugli affitti si configura come un tentativo di far emergere il sommerso e regolarizzare un mercato che in Italia muove cifre enormi. Resta da capire se sarà davvero efficace o se finirà per gravare ulteriormente su chi, già oggi, affronta costi elevati per abitare e gestire un immobile.