“Mi hanno tolto la patente per una merendina”: pazzesco, astemio multato a sangue I Colpevole di essere “goloso”: non può più guidare

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“Mi hanno tolto la patente per una merendina”: pazzesco, ma tutto vero. Un uomo, astemio conclamato, è stato multato a sangue e tolto la licenza. Colpevole di essere “goloso”: sì, proprio così. Non può più guidare: e semplicemente perché aveva ceduto alla gola.
Quando si parla di guida in stato di ebbrezza, tutti pensano immediatamente all’alcol. È noto a chiunque che superare i limiti previsti dalla legge comporti multe salate, sospensione della patente e, nei casi più gravi, perfino conseguenze penali.
Ma ciò che sorprende molti automobilisti è scoprire che non serve per forza un bicchiere di vino o una birra per incorrere in guai seri: a volte può bastare persino una semplice merendina.
Il punto cruciale riguarda la presenza di alcol in alcuni alimenti o snack che normalmente consumiamo senza alcun sospetto. Eppure le cose non sono mai come sembrano.
Ecco il motivo per cui si è rovinato per essere goloso
Alcune merendine industriali, infatti, possono contenere piccole quantità di liquore o aromi alcolici utilizzati per la conservazione o per esaltare il gusto. Si tratta di dosi minime, che difficilmente hanno un impatto sull’organismo di per sé. Tuttavia, il problema nasce nel momento in cui ci si sottopone a un controllo con etilometro subito dopo averle consumate.
Infatti, nei minuti immediatamente successivi all’ingestione, le tracce di alcol presenti nel cavo orale possono falsare il risultato del test, facendo emergere un tasso alcolemico superiore a quello reale nel sangue. In pratica, si rischia di risultare positivi pur non avendo bevuto nemmeno un sorso di alcol. Non è un caso che diversi automobilisti abbiano raccontato di essere incappati in situazioni paradossali: fermati dalla polizia, hanno perso punti sulla patente o subito sanzioni perché poco prima avevano mangiato un dolce o persino una caramella con aromi alcolici.

Cosa dice la legge in casi del genere
La legge, in effetti, non distingue l’origine del tasso alcolemico, ma si limita a rilevare il superamento dei limiti consentiti. Ecco perché le forze dell’ordine raccomandano, in caso di contestazioni, di richiedere un secondo test a distanza di qualche minuto, in modo da permettere l’eliminazione delle tracce residue dalla bocca.
In molti casi, infatti, il valore scende rapidamente, dimostrando che non c’è stato alcun reale consumo di alcol. Questo episodio insegna una lezione importante: quando si guida bisogna prestare attenzione non solo a ciò che beviamo, ma anche a ciò che mangiamo. Una merendina apparentemente innocua può trasformarsi, in circostanze particolari, in una fonte di guai. La prudenza, dunque, non è mai troppa: meglio evitare di consumare alimenti con alcol poco prima di mettersi al volante.