“Ridammi subito indietro i soldi della NASPI”: Ufficiale, da Settembre INPS può obbligarti a restituire l’assegno di DISOCCUPAZIONE I Revoca immediata: CONSEGUENZE LEGALI se non lo fai subito

Portale INPS (DepositPhotos) Skyvape.it
“Ridammi subito indietro i soldi della NASPI”: è la sintesi del provvedimento duro, pesante, impattante con cui cambia tutto per i ‘disoccupati’. Ufficiale: da settembre INPS può obbligarti a restituire l’assegno di disoccupazione. Choc per tanti italiani.
L’assegno di disoccupazione, che a quasi tutti è anche noto come NASpI (acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), è uno dei principali strumenti di tutela economica.
Come si intuisce, è rivolto ai lavoratori in Italia che hanno perso il posto di lavoro involontariamente. Lo strumento in sé, nato nel 2015 nell’ambito del Jobs Act, resta attuale e fondamentale per la sussistenza di molti.
Per ottenerlo, è necessario rientrare in alcuni requisiti. Tra questi: aver raggiunto almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti alla disoccupazione e aver lavorato almeno 30 giorni nell’ultimo anno.
L’importo dell’assegno è ovviamente diverso caso per caso, in quanto si lega in modo diretto alla reale entità della retribuzione media mensile imponibile degli ultimi quattro anni.
Ora INPS può chiederti i soldi indietro: ridai tutta la Naspi o sono guai
Se la media è sotto a una determina soglia prevista a livello annuale (circa 1.436,61 € per il 2025), si riceve il 75% di tale valore. Se è superiore, si somma il 25% della differenza tra la retribuzione media e quella soglia. In ogni circostanza comunque l’importo per il 2025 non può andare oltre la media di 1.562,82 euro. La durata della NASpI è legata all’anzianità contributiva fino a un massimo di 24 mesi.
Esistono poi altri strumenti di sostegno per chi ha già esaurito la NASpI. L’ASDI (Assegno Sociale di Disoccupazione) ad esempio. Ma esistono anche i casi opposti, vale a dire quelli in cui l’assegno percepito va addirittura ridato indietro. Esatto, nel 2025 chi ha percepito la Naspi può ricedere da Inps una comunicazione molto impattante: ti chiedono di restituire i soldi indietro: ma quando e come, e soprattutto perchè?

Ridammi i soldi indietro, o finisci sotto processo
Per legge Inps può vincolarti alla restituzione della Naspi in caso di pagamenti errati, e nelle eventualità di un sopraggiunto nuovo impiego non dichiarato o, ancora, nei casi di indebita percezione. Ed è anche logico immaginare le ragioni. La perdita del lavoro è un dramma sociale ed economico per chi lo subisce: ma l’erogazione dell’assegno di sostegno è soggetta a revoche, e anche immediate, se gli importi incassati non spettavano o non spettano più.
Inps chiede la revoca del beneficio se questo è ottenuto in modo fraudolento, ad esempio o se c’è stato errore o un reinserimento nel mondo del lavoro. Se vengono a mancare i requisiti, è logico che viene a mancare anche il principio di erogazione. Possono esserci stati versamenti di importi superiori al dovuto, o versamenti che sarebbero cessati se fosse sopraggiunga la comunicazione relativa all’inserimento lavorativo, o ancor peggio se l’indennità economica è percepita a seguito di operazioni o dichiarazioni mendaci, false, configurandosi come illecito.