Riforma della Giustizia, Meloni: “Traguardo storico”
 
        Giorgia Meloni (Facebook) www.skyvape.it
Riforma della Giustizia, l’okay libera definitivo per la Meloni rappresenta un “traguardo storico”. Sì a 112: maggioranza compatta. E’ stata approvata definitivamente dall’aula del Senato la riforma della giustizia, che stabilisce la separazione delle carriere della magistratura.
Il disegno di legge costituzionale ha contato 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Quello in Senato è stato l’ultimo passaggio parlamentare, come indicato dalla Costituzione. In primavera si terrà il referendum confermativo, che le forze di maggioranza hanno annunciato in Aula.
“Oggi, con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani“.
Sono queste le parole rilasciate, sui social, da Giorgia Meloni, in merito al voto del Senato sul ddl Nordio. Con l’ok alla riforma “governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione.”
“Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati a esprimersi attraverso il referendum confermativo.”, ha continuato la premier. “L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”.
Nordio: “Riforma che ci allinea con democrazie occidentali”
“Intanto ringrazio il Parlamento, tutti i colleghi dell’opposizione, a cominciare da loro, questa è la regola della democrazia. La maggioranza è stata ottima”, ha dichiarato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo l’ok alla riforma della giustizia ribadendo che il provvedimento era “nel programma di governo”.
“Vi sono sicuramente delle ragioni per essere perplessi su alcune scelte della legge costituzionale, però vorrei anche aggiungere che, passato il referendum e presumibilmente in modo favorevole, saremo in fase di leggi attuative che possono e devono essere fatte con il concorso maggiore possibile”, ha continuato. “Devo anche dire che la mancanza di confronto c’è stata subito e non per colpa nostra perché l’Associazione nazionale magistrati ha risposto con uno sciopero prima ancora di avere un’interlocuzione – ha sottolineato – L’opposizione si è opposta nettamente ai due principi fondamentali della riforma quindi è ovvio che il dialogo manca; ma nell’ambito delle leggi attuative che faremo, qualcosa forse si può recuperare e spero che questo avvenga”.

Dal via libera del Parlamento al referendum
“Il prossimo step sarà il referendum. Io mi auguro che venga mantenuto in termini giudiziari, in termini pacati, in termini razionali e che non venga politicizzato, nell’interesse sia della politica sia soprattutto della magistratura alla quale mi sento ancora di appartenere”, ha dichiarato.
. “Non si tratta – e in questo senso mi riferivo alla litania petulante che ho sentito ancora ieri – di una legge punitiva nei confronti della magistratura quando questa separazione era stata prospettata niente meno che da Giuliano Vassalli che era un eroe della Resistenza. Quindi trovo improprio che si ripeta la tiritera sull’attentato alla Costituzione e via discorrendo”, ha sottolineato.