La nicotina per curare l’Alzheimer: ricercatori Usa al lavoro

Memoria che fa cilecca?
Nessun problema, ci pensa la nicotina.
Un gruppo di ricercatori americani, in particolare, è convinto che la particolare sostanza sia una specie di toccasana per rinforzare le capacità mnemoniche.
Pertanto, sta approfondendo tale “aspetto” al fine di rintracciare riscontri che possano tornare utili alla causa della scienza.
Protagonisti di questa attività sono gli studiosi della Georgetown University che, intervistati dalle testate Usa sulla loro attività, hanno voluto s-demonizzare la nicotina.
Troppo spesso, anche da parte degli addetti ai lavori, additata come responsabile di quei danni e di quelle problematiche a carico della salute che, invece, sarebbero da ricondurre al processo della combustione delle sigarette.
La nicotina non è il male assoluto – ha confidato una delle referenti di punta del progetto, Angelica Forero – Ciò che è veramente dannoso è il catrame e le sostanze chimiche che sono utilizzate nelle sigarette.
Tale sostanza non provoca cancro, malattie cardiache o respiratorie”.
Bensì – ha proseguito l’esperta – è capace di stimolare aree del cervello associate alla memoria e all’attenzione.
Per questo motivo trova applicazione già da oltre 30 anni per la cura di condizioni come il Parkinson, la depressione, le malattie mentali”.
Ora, quindi, il nuovo fronte “medico” che potrebbe vedere la nicotina protagonista in chiave di contrasto a quei processi che portano alla perdita della memoria.
Ad essere attivato un percorso che andrà a prevedere il monitoraggio dei “pazienti” per un periodo di due anni.
E che si pone quale obiettivo quello di ricevere il nulla osta ad una terapia che possa intervenire per la cura di problematiche da lieve entità a quelle di vera e propria invalidità, come l’Alzheimer.
Patologia, quest’ultima, di forte impatto sociale che compromette, oltre all’aspetto mnemonico, le capacità intellettuali in senso più ampio e che determina fino all’80 percentuale dei casi di demenza.