Pistoia, la Gdf fa il bilancio: 34 litri di liquidi da inalazione sequestrati dal 2022

C’è tanta sigaretta elettronica (come settore) nei controlli posti in essere dalla Guardia di Finanza.
Bilancio dell’ultimo anno e mezzo di lavoro per le Fiamme Gialle di Pistoia e, precisamente, di quello condotto nell’arco temporale comprensivo del 2022 e dei primi cinque mesi dell’attuale anno.
Ben 3700 gli interventi effettuati in via generale, con 115 dei quali afferenti il settore del Monopolio dello Stato.
Circa 3.500 grammi di sigarette classiche ad essere stati sottoposti a sequestro nel contesto di più operazioni che hanno consentito di intercettare lavorati esteri, in quanto tali privi del contrassegno dello Stato e, quindi, da ascrivere ai reati del contrabbando.

IN CRESCITA SEQUESTRI NEL SETTORE SVAPO

Ma avanzano anche le e-cig: ben 9.000 pezzi sono stati sequestrati, principalmente afferenti le cosiddette usa e getta.
Si tratta, come consueto avviene, di dispositivi che arrivano in Italia tramite i canali clandestini del web, tutti con dosaggi di nicotina che eccedono il limite massimo fissato dalla normativa nazionale.
Prodotti che sono, per di più, particolarmente appetiti dai più giovani – anche alla luce della facile e veloce fruibilità.
In più, a completare la rosa del materiale del vaping sequestrato, circa 34 litri di liquidi da inalazione.
Un dato, quello pistoiese, che riflette l’andamento delle attività dei vari distaccamenti nazionali.
Fortissima, in particolare, è stata l’attenzione posta in ambito nazionale, con riferimento all’ultimo anno/anno e mezzo, sulle cosiddette monouso, in molti casi scovate presso attività commerciali che sono risultate essere prive di autorizzazione alla vendita.
Come prima accennato, trattasi del frutto proibito di ragazzini spesso poco più che bambini che hanno elevato tali aggeggi ad una sorta di status symbol.
Segnalazioni, non a caso, sono giunte anche da Dirigenti scolastici delle scuole Secondarie di primo grado – si parla di una fascia anagrafica compresa tra 11 e 13 anni – che in più di un caso si sono ritrovati ad allertare con circolari d’Istituto le famiglie per metterle in guardia sui consumi impropri dei loro figlioli.