Polosa “La nicotina non causa aterosclerosi”
La riduzione del rischio come valida arma per contrastare l’aterosclerosi, ovvero la condizione patologica caratterizzata da alterazioni della parete delle arterie, che perdono la propria elasticità a causa dell’accumulo di calcio, colesterolo, cellule infiammatorie e materiale fibrotico.
Intervenuto in collegamento da remoto da Seul, dove in questi giorni si trova per seguire i lavori dell’edizione 2023 della conferenza annuale Gtnf, al Convegno regionale della Sisa (Società italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi) in svolgimento a Bari, il professore Riccardo Polosa ha sottolineato come la riduzione del rischio con prodotti privi di combustione contenenti nicotina “sia una via percorribile per migliorare lo stato di salute cardiovascolare”.
“Il tabagismo – ha esposto l’accademico siciliano – è tra i fattori di rischio più importanti dell’aterosclerosi” sottolineando altresì “come la cessazione da sigaretta possa ridurre il danno aterotrombotico, arrivando anche a un azzeramento del rischio da fumo, nel caso cui l’abitudine tanbagica sia combattuta in stadio iniziale”.
“È importante però comprendere un ulteriore punto quando si parla di fumo – ha proseguito – ancora oggi si ritiene che la nicotina possa avere un ruolo nell’aterosclerosi.
La nicotina non causa aterosclerosi.
In un’indagine condotta da “Sermo” su oltre 1000 medici italiani, è stato rilevato che il 62% di questi ancora pensa che l’aterosclerosi sia causata dalla nicotina.
Rilevante il fatto che il 33% del campione sia costituito da cardiologi”.
“Purtroppo – insiste il fondatore del Coehar – Smettere di fumare rappresenta la soluzione principe, ma la verità è che, anche se le persone affermano di volere smettere, o non vogliono o non riescono a dire addio al fumo.
Le sigarette elettroniche possono aiutare a smettere di fumare e questo è confermato dall’Fda, dalla revisione Cochrane e da molti trial randomizzati. È importante quindi comprendere che questi strumenti possono ridurre gli eventi cardiovascolari.
Esiste quindi una terza via percorribile: quella della riduzione del rischio con prodotti sostitutivi privi di combustione contenenti nicotina.
È ovvio, tuttavia – la conclusione – che ci sarà bisogno di studi a lungo termine per valutare il potenziale e/o l’eventuale rischio di questi prodotti, soprattutto per quanto riguarda il danno cardiovascolare“.
(dichiarazioni professore Polosa da Coehar)