Regno Unito: fumo ai minimi storici grazie alla sigaretta elettronica

Se questo non è un boom.
Incredibile crescita del mercato delle sigarette elettroniche usa e getta quella che si registra (anche) nel Regno Unito.
Eclatanti i dati trasmessi dalla piattaforma di vendite on line IndeJuice che ha riferito come nell’ultimo trimestre 2022 si sia registrato un aumento nell’ordine del 279% – rispetto ai tre mesi precedenti – per quel che riguarda le transazioni di monouso.
Con una prevalenza, in quanto ad aromi, per quelli fruttati che rappresentano, da soli, il 60 percentuale delle vendite.
Un dato lampante e che, ovviamente, conferma le preoccupazioni degli addetti ai lavori rispetto all’utilizzo di tali dispositivi da parte dei più giovani.
Se nella fascia di età compresa tra gli 11 ed i 17 anni, infatti, il consumo della e-cig tradizionale è passato dalla percentuale del 4 del 2020 a quella del 7 nel 2022, la diffusione delle monouso è stata, invece, esponenziale “volandosi”, letteralmente, dal 7 e dall’8 percentuale – rispettivamente – del 2020 e del 2021 al 52% dell’anno 2022.
Al di la della parentesi monouso e della sua preoccupante penetrazione tra i ragazzini – che la usano fondamentalmente per moda, per vezzo e non quale soluzione per smettere – non si mette in discussione, in Inghilterra, il prezioso ruolo giocato dalle e-cig, a beneficio degli adulti, in chiave di smoking cessation.
Nell’anno 2021, infatti, come da dati rilasciati dall’Office for National Statistics, i tassi dei fumatori inglesi hanno toccato il loro minimo storico senza dubbio grazie alla fiducia che le Istituzioni sanitarie stanno riponendo nel vaping.
Oltremanica, infatti, i sanitari non esitano a indicare la sigaretta elettronica – con la benedizione del Public Health – nel momento in cui ci si trova al cospetto di un fumatore che non riesce a dire addio al tabagismo.
Da comprendere – qui come altrove – come diversificare le strategie tra giovani e adulti.