Andare oltre il vociare da bar e mettere a disposizione delle Istituzioni politiche, quelle che indirizzano le politiche sanitarie, elementi scientifici validi.
Rispetto ad ogni profilo.
E’ questo il principio ispiratore di una attività di ricerca intrapresa da un team statunitense composto da Chemical Insights Research Institute, Underwriters Laboratories Inc. e School of Public Health della Georgia State University.
“Nell’ambito di un focus sui benefici per la salute pubblica e la sicurezza, i risultati della nostra ricerca – ha fatto presente la dottoressa Marilyn Black, Vicepresidente e consulente tecnico senior presso il Chemical Insights Research Institute – forniranno dati su particelle e sostanze chimiche specifiche e sui loro livelli di esposizione in modo che gli impatti sulla salute umana possano essere ulteriormente compresi”.
“Questo studio – incalza ulteriormente la ricercatrice – metterà a disposizione della Comunità riferimenti scientificamente validi per informare e rendere edotti i responsabili politici, gli operatori sanitari, i produttori e i consumatori sui potenziali rischi a carico della salute e sugli approcci adeguati rispetto all’utilizzo dei prodotti nonché le avvertenze per educare i consumatori sui possibili rischi respiratori.
Stiamo esaminando più liquidi e più modalità di assunzione che saranno prontamente disponibili per comprendere meglio la tossicità e il loro impatto sulla salute umana”.
La scienza, quella onesta, che va a supportare chi è preposto a “fare le leggi”: risulta essere alquanto adeguato ed equo che atti e decisioni vari che andranno a condizionare le politiche sanitarie debbano fondare se medesime su elementi che siano sorretti da basi certe, e ciò sia dal punto di vista scientifico sia da quello statistico.
E non su basi fragili, buone sono a sorreggere altre spinte e altri interessi che poco hanno a che vedere con le esigenze di crescita e di miglioramento della condizione umana.
Che tutta la scienza possa tornare a conquistare una posizione di neutralità.