Taiwan spaventa i viaggiatori: fino a 161.000 dollari di multa per chi entra con tabacco riscaldato
Uomo avvisato, mezzo salvato.
Taiwan mette in guardia turisti e lavoratori, provenienti dall’Estero, sulle conseguenze di ordine legale connesse all’ingresso nei confini nazionali di persone con tabacco riscaldato.
Un comunicato a firma della “Health Promotion Administration“, in particolare, avvisa in modo perentorio che quanti entreranno in Taiwan con tali dispositivi e fossero ovviamente pizzicati dalle figure preposte al controllo potranno buscarsi una super multa fino a 161.000 dollari americani.
Come sottolineato dal Ministero della Salute e del Welfare dello Stato asiatico, in particolare, i prodotti heat-not-burn e quelli del tabacco riscaldati (Htp) sono vietati a Taiwan, salvo che il Governo non dovesse valutare – e si riserva di farlo in futuro – qualcuno di essi come funzionale alla salute e non come “strumento” meramente ricreativo.
LA QUESTIONE GIAPPONESE
In ogni caso, ora come ora, il Mohw, soggetto istituzionale a ciò demandato, non ha ammesso alcun Htp nella categoria dei prodotti autorizzati.
Secondo i media internazionali, tuttavia, la nota dell’ “Health Promotion Administration” avrebbe un destinatario ben definito.
Il riferimento, infatti, sarebbe in particolar modo al vicino Giappone.
Tokyo, in particolare, mantiene relazioni forti di tipo imprenditoriale e lavorativo con Taiwan.
Ed è noto quanto il tabacco riscaldato sia in voga tra i nipponici che, di fatto, lo stanno utilizzando come strumento portante nelle politiche di smoking cessation.
Non sono mancati casi di giapponesi fermati alle dogane taiwanesi con non pochi imbarazzi per le diplomazie.
Mai dimenticandosi come anche per l’Europa ed il continente americano Taiwan sia riferimento economico importante essendo il cuore di giganti dell’industria quali, giusto per dirne due, Kymco ed Acer.
LA DISCIPLINA DELL’USO
Al di fuori di chi introduce dall’Estero tale prodotto, poi, vi è anche la disciplina che persegue l’uso.
Anche questa attività è, come prima detto, vietata e la sanzione per chi fosse beccato in tal senso è compresa in una forbice che può spaziare da 60 a 300 euro.