Critiche in quantità industriali – e non potrebbe essere diversamente – piovono sul Piano europeo anti-cancro come redatto dalla Commissione europea e pronto ad essere sottoposto alla valutazione del Parlamento di Bruxelles.
Un Piano che, come noto, sostiene di voler combattere il fumo di sigaretta.
Peccato, però, che, alla fine, combatte anche quella che sarebbe la più efficace arma di contrasto.
Ovvero la sigaretta elettronica.
E’ una critica forte quello che viene da Michael Landl, Direttore della World Vapers Alliance.
La Commissione europea – esordisce il medesimo - non sta facendo altro che consentire ad un certo tipo di ideologia di intralciare la scienza.
Lo scopo del Piano europeo per battere il cancro è quello di ridurre il carico sul Sistema sanitario – prosegue l'esperto – e ciò, ovviamente, è assolutamente apprezzabile.
Ma tale Piano ignora la abbondanza di prove scientifiche che dimostrano come lo svapo rappresenti un rischio infinitesimale, praticamente nullo, in ordine al discorso cancro, rispetto alle sigarette classiche.
Al di la di questo, aggiungendosi la beffa al danno – ha insistito il Direttore della “WVA” – non solo i prodotti del settore vaping non sono tenuti in debita considerazione da parte dell’Istituzione europea, come validi strumenti di riduzione del danno ma, addirittura, in determinate parti del Documento, le stesse vengono equiparate al fumo, cosa che è assolutamente inammissibile”.

“SVAPARE STRUMENTO DUE VOLTE PIU’ EFFICACE PER SMETTERE DI FUMARE”
Fumare e svapare non sono la stessa cosa – ancora Landl – e di questo la Commissione ha piena consapevolezza.
Tuttavia, a causa di un approccio ideologico fuorviante, stanno trascurando quello che sarebbe loro primario dovere, ovvero quello di perseguire politiche nel solo interesse di tutti i cittadini dell’Unione europea. 
Trattare i due prodotti allo stesso modo è un errore che potrebbe impedire a migliaia di fumatori di smettere di fumare. 
E lo svapo sappiamo bene che è due volte più efficace degli altri metodi per smettere di fumare “.
Non ammissibile, quindi, fuori da ogni logica, che sigarette classiche ed elettroniche vengono appiattite in un medesimo trattamento normativo.
“Se lo svapo è soggetto alle stesse regole delle sigarette – conclude l'esponente - vale a dirsi tasse più alte, limitazioni in specifici luoghi, coloro i quali hanno smesso di fumare grazie allo svapo potrebbero vedere il fumo diventare non più così sconveniente. 
E’ un discorso, per così dire, anche di scarsa incentivazione”.