Le cose si fanno maledettamente complicate per gli svapatori australiani.
A partire dal 1 Ottobre di quest'anno, infatti, entrerà in vigore una nuova disposizione che, di fatto, renderà ancor più "noioso", per i consumatori di quel Paese, procurarsi l'amata sigaretta elettronica o l'amato liquido.
Ebbene si perchè, da qui a cinquanta giorni, chi vorrà procurarsi attraverso siti web esteri i prodotti in questione (per la precisione quelli a base di nicotina, ivi compreso il tabacco riscaldato) dovrà esibire una ricetta medica.
Una vera e propria prescrizione con la quale il medico curante dovrà attestare come l'utilizzo della e-cig si inquadri in un percorso controllato di smoking cessation.
Le cose, già adesso, non sono affatto facili per gli svapatori della terra dei canguri.
Allo stato, infatti, gli unici soggetti deputati a vendere e-cig sono le farmacie ed anche esse lo fanno, come da norme ministeriali, solo previa esibizione di ricetta medica.
Di conseguenza, in tanti, per aggirare la regola, si servivano attraverso il web facendo spesa attraverso venditori stranieri dove, appunto, la scartoffia del medico non era necessaria.
Il Governo australiano, però, ha fiutato l'inganno e ha stretto.
E così, decorrenza 1 Ottobre, anche l'acquisto on line sarà subordinato dalla ricettina del dottore.
La misura, ovviamente, vuole impedire che ragazzini e non fumatori possano accedere al prodotto.
Ma l'arma potrebbe anche rivelarsi a doppio taglio disincentivando o disperdendo nella burocrazia chi, invece, è effettivamente intenzionato a salutare le bionde per il tramite del vaping.
E sarebbero perdite sanguinose.
Il più grande Paese del mondo occidentale che, di fatto, ha reso illegale la vendita della e-cig al di fuori di un discorso medico: da capire fino a che punto questo "approccio" potrà fare da modello.
Anche perchè il mercato delle bionde, pur fatto oggetto di rincari fiscali, non ha subito alcun tipo di razionalizzazione o limitazione che siano.