Il Paese che mira ad abolire il fumo.
Ma, intanto, vieta le sigarette elettroniche.
E' abbastanza paradossale quando si sta avendo in Bangladesh, Stato asiatico dalla altissima demografia (170 milioni abitanti) e dai notevoli problemi di tipo sanitario e sociale.
Il locale Governo, infatti, vuole proibire lo svapo, in tutte le sue forme.
Stop alla produzione, all'importazione, all'esportazione, allo stoccaggio, alla vendita nonchè al trasporto dei vaporizzatori e dei loro singoli componenti.
Liquidi compresi, ovviamente. 
Questo quanto contenuto in una proposta di legge che ipotizza anche sei mesi di carcere per i trasgressori.

Un divieto assoluto, totale ma, udite udite, tale provvedimento si inquadra nell'ottica di cogliere lo status di Paese smoking free entro l'anno 2040.
Allo stato, però, alcuna restrizione è stata adottata direttamente con riguardo all'uso delle bionde.
Un pò come il medico che, per curare la malattia, ti proibisce la medicina.

Ovviamente l'associazionismo pro svapo non è restato passivamente alla finestra a fare da spettatore.
“Con VoV Bangladesh - ha fatto presente Nafis Farhan, uno degli attivisti dell'associazione - abbiamo compiuto enormi sforzi per educare i consumatori e i responsabili politici su come funziona la riduzione del danno e perché il Bangladesh dovrebbe sostenerlo.
È sconvolgente vedere che le Autorità sanitarie in Bangladesh stiano invece scegliendo di combattere lo svapo.
Chiediamo - la conclusione - di riconsiderare gli emendamenti proposti ed evitare il disastro per la salute pubblica che sarebbe senza dubbio causato da un approccio proibizionista”.

CONSEGUENZE PERICOLOSE: LA DENUNCIA DELLA WORLD VAPERS' ALLIANCE

Le conseguenze potrebbero essere tanto immaginabili tanto devastanti in un contesto nazionale dove il tabagismo è una piaga senza nulla invidiarsi alla vicina India.
Pieno sostegno agli attivisti locali è venuto dalla World Vapers'Alliance.
Liza Katsiashvili, Community Manager del sodalizio internazionale, ha dichiarato come sia "ironico che le Autorità sanitarie del Bangladesh non stiano prendendo in considerazione il fallimento del divieto di svapo nella confinante India".
"Al contrario - ha proseguito - sostengono un simile approccio proibizionista, che è già predisposto a fallire, causare l'emergere del commercio illecito e mettere a repentaglio milioni di vite spingendo i vapers a tornare a fumare.
L'unica soluzione realistica e pragmatica per raggiungere un obiettivo senza fumo in Bangladesh e nel mondo - la conclusione - è attraverso la cessazione del fumo e principalmente lo svapo, che ha dimostrato di essere il 95% meno dannoso delle sigarette convenzionali e due volte più efficace per smettere rispetto ad altri metodi di riduzione del danno per fumatori”.