Nuove esigenze, nuove casistiche e sempre nuove questioni che si pongono e che pretendono di essere “gestite”.
Un caso di cui si sta discutendo tanto nei forum di settore è quello relativo all’uso delle bustine di nicotina a bordo degli aerei.
Una questione talmente viva da essere stata affrontata direttamente anche dal Presidente della World Vapers’Alliance, Michael Landl, che ne ha fatto oggetto di approfondimento attraverso un contributo sulla testata ampamerica.com.
Il punto vive nel fatto che la quasi totalità delle compagnie aeree, praticamente, consente il trasporto delle bustine di nicotina all’interno del bagaglio a mano ma non l’uso delle medesime durante il volo.

Cioè, se si apre il bagaglio a mano e ci si infila in bocca la bustina in questione, si ha buona probabilità di essere raggiunti ed invitati dall’hostess di turno a desistere dall’utilizzo.
Il quesito è: perché?
Le bustine di nicotina non generano, per loro natura, scintille, non fanno scaturire fumo o vapore.
Non possono, perciò, determinare rischio alcuno per la sicurezza dei passeggeri e del volo nella sua generalità.

Molto probabilmente, osserva Landl, si fa confusione con il tabacco da masticare che, in effetti, è una pratica che potrebbe risultare un tantino poco simpatica e poco gradevole per il compagno di posto/viaggio dal momento che si pretende da parte del consumatore del prodotto un continuo sputare tabacco – sputare nel vero senso della parola – all’interno di una tazza che deve essere necessariamente portata a corredo.
E si può immaginare come sia poco simpatico che la persona che ti sta gomito a gomito non faccia altro che fare il tiro a segno in una tazza per tutta la durata delle ore di volo.
La bustina di nicotina, invece, non pretende – giusto per restare in tema – sputacchiamenti vari.
Si posiziona sotto il labbro e li resta, buona buona. Senza pretendere virtuosismi particolari.
Perché, quindi, il divieto?
Dalla constatazione di queste evidenze, quindi, l'invito di Landl alle compagnie aeree a rivedere le rispettive “policy” dando il loro contributo “ai risultati di salute pubblica”.