Più snus, meno fumo.
Sembra palesarsi un caso Svezia bis. E sempre in terra scandinava.
In Norvegia, infatti, i dati stanno indicando una stretta relazione tra consumi di classiche bionde e, appunto, snus.
Più aumenta il consumo di quest’ultimo, infatti, più scende quello delle sigarette.
Un rapporto inversamente proporzionale che impone, senza dubbio, un’attenta riflessione.
E che si sta delineando in modo sempre più marcato negli ultimi anni.
Secondo i dati snocciolati dal Statistics Norway, venendo al dettaglio, il tasso dei fumatori norvegesi compresi nella fascia di età 16-74 è sceso al 7 percentuale nel 2023 con un dato quasi insignificante guardando la sezione anagrafica dei giovanissimi.
Al contrario, come prima anticipato, nel lasso temporale 2005-2023, il consumo di snus, sempre guardando allo stesso riferimento di popolazione, è praticamente triplicato arrivandosi a quota 16 percentuale.
Il momento del sorpasso dello snus sullo svapo, per gli amanti della statistica, si è avuto in particolare nell’anno 2017.
Quanto all'esame specifico del caso norvegese, nella fascia degli uomini tra i 25 ed i 34, si registra un consumo quotidiano pari al 34% - in pratica una persona su tre di quell’età fa uso dello specifico prodotto.
Una percentuale che scende, con riferimento alle donne, al 23.
Una situazione, come in esordio anticipato, che ricalca il trend in terra di Svezia dove lo snus è stato ed è tutt'ora il gran protagonista nella lotta al tabagismo.
Tale soluzione, infatti, che si applica al di sotto del labbro a diretto contatto con la gengiva, ha consentito nel Paese in questione di abbattere sensibilmente i livelli di consumo di tabacco "laureando" la Svezia come primo Stato "smoking free", ovvero con una percentuale di fumatori inferiore alla soglia del 5%.
In più, legato al basso consumo di "bionde", anche la più bassa incidenza in Europa per quel che riguarda patologie tumorali a carico dell'apparato respiratorio.
Potrà la Norvegia replicare gli stessi successi?