Si attiverà il primo giugno 2019 il divieto di utilizzo di sigarette elettroniche nelle stazioni ferroviarie svizzere ma Helvetic Vape richiede confronto.

E' programmato per essere attivato il 1 giugno 2019 il divieto di utilizzo si sigarette elettroniche nelle stazioni ferroviarie svizzere ma Helvetic Vape, sempre in primo piano nella lotta contro la politica di assimilazione delle sigarette elettroniche alle tradizionali, chiede un confronto immediato perché il vaping non è fumo.

Stando a quanto dice l'associazione tale divieto condannerebbe gli utilizzatori di sigarette elettroniche a "svapare" negli stessi luoghi designati dei fumatori condannandoli a "usufruire gratuitamente" del fumo passivo.

In una nota scritta oggi, Helvetic Vape, spiega come "i prodotti del settore del vaping non vanno equiparati a quelli del tabacco né dal punto di vista tecnico né dal punto di vista sociale", "nella futura legge dui prodotti del tabacco svapatori e fumatori saranno chiaramente differenziati su esplicita richiesta del Parlamento".

A suo avviso, volendo obbligare i consumatori di sigarette elettroniche a subire il tabagismo passivo nelle zone destinate ai fumatori, l'Unione dei trasporti pubblici (UTP) li espone a pericoli. Studi hanno mostrato un aumento tra il 10 e il 30% del rischio di contrarre un cancro ai polmoni per chi frequenta queste zone fumatori. Inoltre, gli "svapatori" che hanno appena deciso di smettere di fumare potrebbero essere tentati dal ricominciare.

Secondo Helvetic Vape, non bisogna confondere "svapo" e tabagismo. I provvedimenti per confinare gli "svapatori" in spazi limitati e chiusi non hanno mostrato "alcun inquinamento dell'aria con un impatto sanitario significativo per il loro entourage". Per l'associazione, lo "svapo" è invece un mezzo efficace per uscire dal tabagismo.

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