Recentemente il Dipartimento della Salute aveva rilasciato un documento all’interno del quale si riportava quanto fosse pericolosa la sigaretta elettronica. Dopo questo primo attacco, ora il prodotto potrebbe essere messo al bando e paragonato alle droghe.

Secondo un rapporto del “Press Trust of India”, questa proposta prevede di vietare la vendita, la fabbricazione, l'importazione e la distribuzione di tutti i prodotti del settore, ai sensi delle sezioni 26A e 10A del Drugs and Cosmetics Act, 1940. La proposta afferma che, "Dopo aver rivisitato le sue precedenti deliberazioni, il comitato consultivo per le droghe ha raccomandato di includere anche questi dispositivi nella definizione di "droga".

Un ulteriore appoggio a tale decisione sembra arrivare direttamente dal Consiglio indiano della ricerca medica (ICMR) che ha raccomandato un "divieto completo", dicendo che tali dispositivi diventano una via diretta per l’approccio al fumo e successivamente alla dipendenza da nicotina. Tale affermazione, seppur si potrebbe definire “pura ilarità” sembra essere appoggiata dai maggiori enti politici e medici dell’India, e quindi ancora una volta sembra riproporsi un quadro nuovo, ovvero quello che vede la sigaretta elettronica come uno strumento ancora più dannoso del tabacco stesso.

Nel 2017, il Ministero della Sanità dell'Unione indiano aveva costituito un gruppo di lavoro per valutare l'effetto delle sigarette elettroniche sugli utenti locali, nel tentativo di scoprire se è necessario un divieto. I risultati riscontrati da tale ricerca hanno portato alla luce che all’interno dei liquidi da inalazione con nicotina sono presenti sostanze cancerogene e producono un’elevata dipendenza, proprio come le droghe.

Lo scorso settembre è stato diramato quindi un avviso all’interno del quale si sottolinea come i prodotti in questione (compresi i riscaldatori di tabacco) risultino essere un grande rischio per la salute dei cittadini, in particolare per i bambini, gli adolescenti e le donne incinta.

Ovviamente tali affermazioni non tengono (volutamente) conto dei molteplici studi effettuati sul settore della sigaretta elettronica, inoltre in alcuni di questi si sottolineava come le donne incinte fumatrici trarrebbero beneficio nell’uso della sigaretta elettronica durante la gravidanza. Per quanto concerne invece gli adolescenti, tutti i paesi del mondo si stanno muovendo per combattere la diffusione di tali prodotti, negli Stati Uniti molti stati stanno attuando la proposta di legge “Tobacco 21” e in altri (come l’Italia) i prodotti del settore non vengono venduti ai minori di 18 anni. Basterebbe semplicemente iniziare a differenziare la sigaretta elettronica dal tabacco e creare una apposita legislatura, ma purtroppo come sappiamo gli interessi monetari vanno ben oltre la salute del cittadino in certi casi.

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