Arriva direttamente dal congresso in corso a Chicago la richiesta, da parte dell'ASCO, di innalzamento dell'età di acquisto dei prodotti del tabacco e delle sigarette elettroniche.

Viene richiesto al Senato americano l'innalzamento dell'età minima legale per acquistare prodotti a base di tabacco e nicotina, comprese le sigarette elettroniche, direttamente dall' American Association of Clinical Oncology (ASCO).

La lotta al fumo passa attraverso divieti e sanzioni ma anche da norme che nei diversi stati del mondo si sono susseguite per gestire, amministrare e controllare il settore del tabacco e della sigaretta elettronica. Dai divieti nei luoghi pubblici, nei locali, in auto con o senza la presenza di donne in gravidanza tali divieti sembrano aver funzionato poco per essere "cardini" di una lotta che ancora oggi non ha avuto fine. E' per questo che i divieti e le relative sanzioni non bastano.

Proprio per tutelare i più giovani, l’Association of Clinical Oncology (Asco), il cui congresso annuale è in corso a Chicago, alza il tiro delle richieste a difesa della salute e "sostiene fortemente il passaggio del divieto da 18 a 21 anni come età minima per poter acquistare prodotti da tabacco, sigarette elettroniche e prodotti alternativi con nicotina".

In una lettere ufficiale, a quanto si legge nell'articolo di Vera Martinella sul Corriere della Sera, inviata ai senatori americani, Mitch McConnel (leader della maggioranza) e Tim Kaine, è la stessa presidente, di ASCO, Monica M. Bertagnolli, che rappresenta ben 45mila oncologi membri dell'associazione, che sottolinea l'urgenza di una legge necessaria per "arginare l’epidemico consumo di tabacco negli Stati Uniti"

"È un’iniziativa condivisibile che dovrebbe essere adottata anche nel nostro Paese - commenta Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro e direttore dell'Oncologia Medica all'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma. Stando ai dati riportati dalla presidente di Asco, nonostante il calo registrato della vendita di sigarette, milioni di giovani americani potrebbero morire a causa di patologie correlate al fumo. Una vera e propria strage che le istituzioni statunitensi sono decise a fermare. Nel nostro Paese, dopo l’introduzione della legge Sirchia il numero di fumatori è calato, ma negli ultimi anni sta ricominciando a crescere. La storia ci insegna che il proibizionismo da solo non funziona. Servono quindi campagne educazionali indirizzate soprattutto a bambini e adolescenti".

Arriva direttamente dal congresso in corso a Chicago la richiestaPurtroppo rimane l'idea, insita nei giovanissimi, che accendersi una sigaretta o fumare sia un gesto di forza, coraggio o predisposizione verso l'aumento illusorio dell'età passando dall'infanzia al mondo dei grandi. L'Istituto superiore di Sanità, nel 2018, ha sviluppato dati per i quali la metà minorenni, in Italia, ha sperimentato il fumo almeno una volta sia che poi siano o meno passati a diventare fumatori abituali in quanto il problema principale è proprio da dove si comincia a fumare. Molti iniziano dalle scuole medie o alle superiori con la convinzione di "poter smettere quando si vuole" senza capire che più si va avanti più si diventerà dipendenti, non dal fumo, ma dalla nicotina.

Naturalmente anche se la legge vieta tassativamente la vendita ai minori, le regole vengono raggirate con l'acquisto sia delle sigarette tradizionali, e ricomprendiamo anche il tabacco sfuso con cartine - usato negli ultimi due anni in maniera esponenziale per il basso costo -, che delle sigarette elettroniche e relativi liquidi da inalazione ma non solo in Italia ma anche nel resto dei paesi del mondo.

"Negli ultimi anni abbiamo registrato un calo nel consumo di sigarette tradizionali, ma abbiamo registrato un aumento di altri prodotti da fumo - dice la presidente di Asco Bertagnolli -. Secondo le stime ufficiali, 5,6 milioni di quelli che sono oggi giovani americani moriranno di una malattia provocata dal tabacco". 

Da uno strumento di riduzione del danno da fumo, quali le sigarette elettroniche, a strumento di accesso per i giovani, al tabacco, passa davvero poco in quanto le sigarette elettroniche viste da alcuni come dispositivi a rischio ridotto, o come alternative alle sigarette tradizionali, non sono viste da altri con tale precisazione. E' infatti uso comune, come in questo caso, pensare che l'accesso al fumo sia anche dettato dall'utilizzo della sigaretta elettronica in giovane età (effetto gateway), affermazione che molti studi americani e inglesi hanno smentito, portando ad una forma non solo di familiarizzazione del gesto stesso del fumatore, pertanto collegamento gestuale, ma anche ad una correlazione con la dipendenza dalla nicotina, che dovrebbe secondo alcuni cominciare con l'utilizzo dei liquidi per inalazione che la contengono.

«L’esperienza di alcuni Stati insegna che innalzare la soglia della vendita di tabacco legale ai 21 anni funziona - dice Bertagnolli -: in Massachusetts, nella città di Needham, che per prima nel 2015 ha introdotto il divieto agli under 21, i tassi di giovani fumatori sono diminuiti del 45 per cento. E quando l’anno dopo anche Chicago ha seguito l’esempio, si è registrato stato un calo del 36 per cento fra i 18-20enni. Per questo chiediamo al Senato di far passare questa legge appena possibile in tutti gli Stati Uniti». «Un’altra strategia utile - conclude Cognetti - può essere coinvolgere il mondo dello sport: il binomio attività fisica e salute è sempre vincente e i ragazzi sono particolarmente sensibili su questo fronte. Ovviamente, poi, internet e social media non possono essere trascurati: Instagram, Facebook e YouTube devono essere i canali principali nei quali intercettare i giovani che li frequentano. Online possiamo mettere in guardia i teenager, con un linguaggio adeguato a loro, su tutti i rischi derivati dal tabacco e sulle strategie più efficaci per smettere, incentivandoli a non iniziare o a dire basta, con motivazioni che possono sentire vicine a loro».

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