Tpd, Fivape chiede annullamento domande della consultazione pubblica
La consultazione pubblica promossa dall'Unione europea sulla sigaretta elettronica - a formularle e proporle è stata, in particolare, la Commissione europea - sarebbe viziata nella forma.
Con domande tendenziose che, in buona sostanza, sembrano mirare ad orientare le risposte dei consumatori in una direzione palese anti-svapo.
E' così c'è chi intraprende iniziative "giudiziarie".
E' il caso della associazione francese Fivape, sodalizio che mira a tutelare le ragioni della sigaretta elettronica.
“La Fivape denuncia la parzialità delle domande poste nell'ambito della consultazione pubblica sulla revisione del TPD da parte della Commissione europea".
Così esordiscono dal gruppo transalpino.
Aggiungendo.
"Le domande del sondaggio sono formulate in modo tale da presumere che i prodotti da svapo rappresentino necessariamente una minaccia per la salute pubblica, senza chiedere ai partecipanti se realmente condividono questa opinione o se ritengono che la normativa vigente sia efficace".
Sélim Denoyelle, Delegato Generale della Fivape, ha ulteriormente spiegato “Chiunque abbia provato a rispondere alla consultazione può solo rendersi conto dell'inganno: tutto è formulato in modo che il potenziale dello svapo come prodotto per la riduzione del rischio venga ridimensionato, sottostimato.
Chiediamo al difensore civico di riconoscere questi pregiudizi e di correggerli".
Il Difensore civico, appunto, o Mediatore europeo è figura, da tre mandati impersonata da Emily O'Reilly, indipendente rispetto al contesto istituzionale europeo avendo tuttavia il potere di convocare Istituzioni e Agenzie che compongono l'Unione chiedendo loro di rendere conto rispetto a condotte che si ritiene essere di cattiva amministrazione.
Alla O'Reilly, in breve, Fivape chiede di intervenire al fine di potersi annullare i quesiti oggetto della consultazione pubblica sulla Tpd.
Perchè se questa fase di presunto ascolto è l'ultima occasione per ascoltare la platea dei portatori di interesse e se questo "question time" si compone di domande che inducono a risposte che sono ad uso e consumo di una inclinazione chiaramente anti-svapo, è evidente che sussiste un problema serio per il settore e per i relativi consumatori.