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“Mi auguro che questo momento di riflessione possa rappresentare l’inizio di una fase di nuova consapevolezza sulla sigaretta elettronica”.
Arcangelo Bove, fondatore e guida di Svapo Web, brand leader in Italia nel settore della sigaretta elettronica, nonchè Presidente Unasweb, commenta le ultime evoluzioni che stanno riguardando il settore dello svapo nazionale con particolare riguardo alla nuova legge anti-fumo la cui bozza è in lavorazione presso gli uffici del Ministero della Salute e che, secondo le iniziali previsioni, doveva riguardare anche la e-cig.
Il Ministro della Salute Schillaci, tuttavia, rispetto a quest’ultimo aspetto pare avere chiaramente frenato.
Se sul fumo all’aperto sono venute sostanziali conferme – sebbene ristrette a specifiche condizioni – per quel che riguarda lo svapo “open air”, invece, il Ministro ha fatto presente che “servirà un approfondimento basato su reali evidenze scientifiche”.

Accogliamo con timida soddisfazione le parole del Ministro – commenta ancora Bove – e ci auguriamo che questo approfondimento possa effettivamente sostanziarsi in un confronto reale, puntuale con quegli esperti che, anche in Italia, sono approdati a prime, importanti conclusioni in ordine alla minore tossicità dello svapo ed alla sua capacità di aiutare nei percorsi di smoking cessation.
Abbiamo auspicato più volte una fase di ascolto che potesse superare una visione ed una impostazione che, ad oggi, sono state cieche.

In nome della tutela del supremo interesse della salute pubblica, è dovere delle Istituzioni e del decisore elevarsi ad un punto di osservazione che sia quanto mai inclusivo ed ampio.
Come imprenditori e come associazione siamo disponibili a poter recare il nostro contributo, qualora ci fosse richiesto, in uno spirito di partecipazione e di collaborazione finalizzato esclusivamente ad aprire nuovi spiragli nella lotta al fumo.

Una lotta che, con tutta evidenza, non si sta combattendo con adeguate armi se è vero che il numero dei fumatori, anche nella nostra Nazione, sta aumentando mentre in altri contesti, dove la riduzione del danno è stata istituzionalizzata, stanno arrivando importanti risposte.
E tutto questo – la conclusione di Bove – impone una riflessione”.

Smettere di fumare non è pratica utile solo nell'ottica di prevenzione del cancro.
Ma si rivela come cosa alquanto consigliabile anche nel malaugurato caso di diagnosi.
Per la serie è sempre il momento giusto per cestinare le bionde.
A ribadire il concetto è un approfondimento della Fondazione Veronesi pubblicato sulla interfaccia web istituzionale.
"È – o dovrebbe essere – cosa nota: aiutare i malati di tumore a smettere di fumare è una parte cruciale del percorso di cura.
Diversi studi hanno mostrato i vantaggi dello stop al fumo per i pazienti in terapia, ora si aggiungono tasselli con nuove conferme su persone con carcinomi renali e con tumori ormono-dipendenti che portano tutti ad una comune conclusione: liberarsi delle sigarette migliora la sopravvivenza e riduce le possibilità di progressione della malattia".
"È di un team di ricerca tutto italiano (Università di Firenze, di Milano, Roma La Sapienza, Istituto europeo di Oncologia di Milano e Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica ISPRO di Firenze) - proseguono - un lavoro di revisione sistematica degli studi sullo stop al fumo in donne e uomini colpiti da tumori ormonodipendenti.
Sono stati inclusi nove studi su persone con tumori dell’utero, della mammella, dell’ovaio, del testicolo e della prostata.
I risultati, hanno scritto gli autori, suggeriscono che soprattutto per le donne fumatrici in cura per tumori del seno, dell’utero e dell’ovaio smettere di fumare può migliorare le possibilità di sopravvivere.
Meno chiari i benefici per gli uomini".
"La consulenza per smettere di fumare - è ulteriormente esposto - dovrebbe diventare parte delle cure oncologiche standard e dovrebbe essere integrata nei programmi di screening per i tumori del seno.
Una proposta tanto più sensata considerato che nelle donne chiamate a un controllo mammografico (fra i 50 e i 69 anni) la percentuale di fumatrici è ancora alta, fra il 18 e il 19 percentuale.
In questi stessi giorni l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS (IARC) ha diffuso i risultati di una indagine su fumatori in cura per un tumore del rene. La ricerca è stata condotta nell’arco di 15 anni da IARC in collaborazione con il Ministero della Salute russo: 212 persone a cui è stato diagnosticato un carcinoma renale ed erano fumatori al momento della diagnosi sono state seguite per otto anni per registrare eventuali cambiamenti nelle abitudini al fumo e nella malattia. Sul totale, 84 persone hanno smesso di fumare (la maggior parte nei primi mesi dopo la diagnosi, e hanno tenuto duro per tutta la durata dell’osservazione).
Tenendo conto delle caratteristiche dei diversi pazienti e gli stadi delle loro malattie, i ricercatori hanno rilevato importanti differenze: smettere di fumare era associato a un rischio ridotto di morire (meno 51 per cento), di andare incontro a progressione di malattia (meno 45 per cento), di morire.
Il vantaggio misurato era evidente sia per i forti fumatori che per quelli meno accaniti.
Questo lavoro, ha dichiarato il professor David Zaridze, direttore del dipartimento di Epidemiologia clinica del Centro nazionale di ricerca sul cancro Blokhin di Mosca, "rinforza l’importanza della disassuefazione dal fumo come componente cruciale dell’assistenza per i pazienti con un cancro, che può migliorare i risultati della terapia e lo stato generale di salute".
Si tratta solo delle ultime conferme di una lunga serie di evidenze che dimostrano quanto favorire lo stop al fumo anche quando una diagnosi di cancro c'è già non solo non sia inutile, ma anzi sia un intervento efficace per migliorare la vita dei pazienti, l'efficacia delle terapie e le possibilità di guarire.
Perchè - si domandando in appendice dalla "Veronesi" - ancora non accade negli ambulatori e nei reparti oncologici?"

Oltre ogni previsione.
Inverosimile situazione quella di cui hanno dovuto prendere atto i funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dei cui contenuti da notizia la stessa Adm attraverso una nota diramata qualche giorno addietro.
Una cospicua ed assortita quantità di tabacchi, prodotti accessori e succedanei del tabacco, in pratica, messa in vendita da un piccolo supermercato senza essere in possesso di alcuna autorizzazione, è stata scoperta dai funzionari dell’Ufficio dei Monopoli per il Trentino Alto Adige.
I fatti si sono verificati nel territorio di competenza di Bolzano.
Così viene chiarito nel comunicato diramato nei giorni scorsi e che prospetta una situazione abbastanza sui generis: in pratica, tra salami e prosciutti si faceva anche vendita di pacchetti di sigarette delle diverse marche.
Peccato che, per quest'ultime, come fanno presente dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, non vi fosse accesa alcuna autorizzazione.
Tutto quanto detto è emerso durante dei mirati controlli finalizzati ad accertare la legale commercializzazione dei generi di Monopolio "a tutela anche delle rivendite che operano correttamente nelle loro aree di influenza commerciale".
Per quel che riguarda le conseguenze da un punto di vista legale, i tabacchi rinvenuti sono stati posti sotto sequestro e, poiché il quantitativo è risultato essere superiore ai 5 chilogrammi, l’esercente è stato denunciato alla competente Procura della Repubblica.
A ciò si aggiunga anche l’applicazione della sanzione accessoria della chiusura dell’attività per un periodo che dovrà essere non inferiore a cinque giorni e non superiore ad un mese.
Non è dato sapere se i funzionari Adm siano arrivati casualmente nell'esercizio o se, invece, come appare più probabile, ciò sia avvenuto a seguito di specifica segnalazione.
Fondamentale, in ogni caso, la collaborazione delle persone comuni al fine di consentire alle Forze dell'Ordine di scovare le situazioni di illecito.
E di avere possibilità di controllo più capillare del territorio.

Proficuo incontro quello che si è svolto tra una delegazione della Unione italiana Tabaccai ed il Senatore Maurizio Gasparri. 
Ad oggetto della discussione le tematiche più attuali del mondo delle Rivendite di Generi di Monopolio.
Ne dà notizia, attraverso una nota, la medesima Sigla.
All’appuntamento a Palazzo Madama hanno partecipato il Presidente Pasquale Genovese, il Direttore Demetrio Cuzzola ed il Coordinatore Sergio Caci.

"Sono state illustrate le criticità dell’essere tabaccaio - viene divulgato nel medesimo comunicato - con particolare riferimento ai rapporti dei Rivenditori di Generi di Monopolio con i Concessionari, argomento questo molto sentito in queste ore.

Il Vice Presidente del Senato si è mostrato estremamente attento su quanto discusso chiedendo approfondimenti e dati".

Questo di stamane è stato un momento istituzionale di grande spessore, sia per la figura del Senatore Gasparri, sia per quanto potrà essere avviato con il suo contributo” ha dichiarato il Presidente della Unione italiana Tabaccai, Genovese.

Le criticità di questi giorni con le continue vessazioni da parte di Concessionari di servizi che stanno facendo il bello ed il cattivo tempo nelle tabaccherie sono tematiche che il Direttivo di UIT sta affrontando con esperti di settore al fine di mettere in campo un intervento che possa porre fine al malcontento che regna tra i Colleghi - continua Genovese.
Che prosegue e conclude - La CEPI, Confederazione europea delle piccole Imprese, a cui UIT aderisce, sta anch’essa lavorando con la sua struttura tecnico legale per intervenire in tal senso e mettere in piedi un tavolo tematico sul quale siano chiariti tutti gli aspetti e, soprattutto, cosa sia consentito contrattualmente a chi è beneficiario di una Concessione dello Stato”.

Il sodalizio, si ricorda, "nasce nel 2017 dalla volontà di un gruppo di colleghi dislocati su tutto il territorio nazionale che, stanchi delle logiche sindacali sinora in essere, da tempo discutevano sulla necessità di trasformazione delle proprie attività e sulla perdita dello storico ruolo dei tabaccai, nell’attuale società globalizzata".

Non si arresta l’attività delle Forze dell’Ordine rispetto al contrasto dei fenomeni del contrabbando di sigarette elettroniche usa e getta.
Una nuova azione è stata condotta, in particolare, in Nord Italia e, nel dettaglio, a Prato da parte di personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Lo rende noto con un comunicato la stessa Agenzia.
Nell’ambito di un’articolata attività di indagine amministrativa, viene spiegato, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) di Firenze in servizio presso l’Ufficio dei Monopoli per la Toscana hanno sottoposto a sequestro amministrativo cautelare, ai fini dell’eventuale distruzione, una partita di merce costituita da 17 confezioni di prodotti liquidi di inalazione con e senza nicotina.
Come viene esposto nella stessa nota, il materiale sequestrato è consistito in sigarette elettroniche monouso precaricate con liquidi da inalazione da 5.200 e 6.200 puff .

La merce, è ancora esposto, è stata rinvenuta presso una rivendita di generi di monopolio di Prato e presso il distributore automatico attiguo alla stessa, “priva dei contrassegni fiscali che ne determinano l’assolvimento delle accise e senza la documentazione attestante la provenienza”.
L’accertamento – spiega ancora il dispaccio dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - ha consentito di chiarire che i suddetti prodotti non erano iscritti nella tariffa di vendita e che non riportavano la corretta dicitura prevista dal Ministero della Salute per l’immissione in commercio.

All’autore dell’illecito verrà inflitta una sanzione amministrativa in relazione all’ammontare delle accise dovute.
L’attività di servizio in argomento si inquadra in un più ampio e costante dispositivo di prevenzione posto in essere da Adm a presidio della legalità e per garantire il rispetto della normativa sulle accise gravanti sui prodotti da fumo.
Come si ricorda, solo pochi giorni addietro avevamo dato notizia di una analoga attività di repressione, in quella circostanza condotta dalla Guardia di Finanza, con 200.000 pezzi di e-cig usa e getta sequestrati in provincia di Crotone.

Cambiare per migliorare.
E’ quanto dovrebbero fare le Istituzioni italiane per fronteggiare il problema legato al tabagismo.
Perché? Perché i dati dicono in modo inequivocabile che le strategie che si stanno ora come ora adottando non stanno restituendo dati confortanti.
In primo luogo, madre di tutti i riferimenti, è da sottolineare come i numeri del tabagismo siano in risalita.

Lo aveva fatto presente lo stesso Istituto Superiore di Sanità, in una nota del Maggio 2022, riportando quanto di seguito “Quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2009.
Dopo un lungo periodo di stagnazione si assiste quest’anno a un incremento di 2 punti percentuali: i fumatori infatti erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica. Il trend rilevato nel triennio 2017-2019 che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene invece confermato nel 2022: quest’anno infatti si assiste a un incremento nella percentuale dei fumatori che riguarda entrambi i sessi”.

Fumatori in aumento, e questa è già una prima cocente sconfitta per le strategie ufficiali di smoking cessation.
Di contraltare, poi, altra spia di un chiaro problema nella gestione, si rileva come ai circa 300 centri antifumo sparsi sul territorio nazionale si rivolga appena lo 0,1 percentuale dei fumatori italiani.
Praticamente nulla.
A quest’ultimo dato è stato fatto riferimento nel contesto dei lavori svoltisi a Napoli per l’occasione data dalla Winter School di Motore Sanità.

 “E’ drammatico – è stato evidenziato - il ruolo dei centri antifumo deve essere potenziato e promosso.
 Inoltre, il fenomeno del fumo deve essere affrontato con forza attraverso strategie di riduzione del rischio e una solida rete di clinici e associazioni di pazienti”.  
Dalla Campania una forte indicazione, quindi, arriva dalla scienza rispetto alle soluzioni date dal rischio ridotto ed alla necessità di superare gli attuali fallimentari schemi.

I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, unitamente ai finanzieri del II Gruppo Bari, hanno sottoposto a controllo un autoarticolato frigo proveniente dalla Grecia e diretto in Olanda, sequestrando 5 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di contrabbando.
Nello specifico, la documentazione di accompagnamento afferente al carico del mezzo pesante, sbarcato dalla motonave “Ariadne”, era riferita ad un trasporto di prodotto tessile ma l’esito dell’ispezione consentiva di evidenziare un carico in realtà costituito da agrumi in cattivo stato di conservazione.
La difformità tra documentazione prodotta e carico reale, accompagnata dalla circostanza che i dispositivi refrigeranti del camion frigo fossero spenti, insospettiva i funzionari Adm e i militari della Guardia di Finanza inducendoli a sottoporre il mezzo ad una analisi tecnica attraverso lo scanner in dotazione all’Agenzia Dogane e Monopoli i cui esiti confermavano anomalie per tipologia e volume riferiti ai contenitori in esso presenti. Il successivo controllo fisico consentiva di rinvenire, occultati dietro le prime file di agrumi, utilizzati come carico di copertura, 5.040 kg di tabacchi lavorati esteri, dei marchi Winston e Marlboro.
L’autista del mezzo, tratto in arresto per l’ipotesi di reato di contrabbando aggravato ex artt. 291- bis e 291-ter del Testo Unico delle Leggi Doganali, è stato giudicato per direttissima e condannato alla pena detentiva (sospesa) di 18 mesi di reclusione e ad una sanzione pecuniaria pari a 18.000 euro (ad ogni buon conto il soggetto responsabile gode ancora della presunzione di innocenza sino al passaggio in giudicato del provvedimento giudiziario emesso).
L’Autorità Giudiziaria ha disposto la distruzione del tabacco lavorato estero rinvenuto e la restituzione del mezzo al legittimo proprietario.
Il risultato ottenuto testimonia ancora una volta l’impegno comune profuso dall’Agenzia Dogane e Monopoli e dalle Fiamme Gialle nel contrasto alle frodi doganali a tutela delle risorse economiche e finanziarie dell’Unione Europea e dello Stato, nonché della libera concorrenza in favore degli operatori economici onesti.

Il lupo del contrabbando perde il pelo ma non il vizio.
Un nuovo maxi sequestro di sigarette elettroniche “usa e getta” di illecita provenienza – di caratteristiche non conformi alla norma vigente - quello che si è avuto nel crotonese e, in particolare, a Cirò.
Ad agire sono stati i finanzieri del Comando provinciale di Crotone, nell’ambito di quelle che sono ordinarie attività di tipo preventivo svolte a contrasto dei traffici illeciti.

I diversi controlli, come spiegano dalla testata locale “illametino”, hanno consentito di sottoporre a sequestro penale e/o amministrativo, in relazione alla quantità di nicotina di volta in volta riscontrata, oltre 220.000 pezzi, tra sigarette elettroniche, filtri e cartine, posti in vendita in assenza della prescritta autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’assenza del previsto contrassegno di Stato ed il quantitativo di nicotina riscontrato nelle e-cig sequestrate hanno pertanto determinato, come esposto, l’applicabilità della disciplina sanzionatoria penale prevista dal Testo unico delle Leggi doganali per contrabbando di tabacchi lavorati esteri.
Come noto, infatti, la normativa speciale di settore prevede l’integrazione dell’illecito penale nel caso in cui le condotte di detenzione e vendita di tabacchi lavorati esteri vadano ad interessare un quantitativo superiore ai 10 chilogrammi.

Per tale ragione, i finanzieri hanno proceduto alla denuncia di un soggetto alla Procura della Repubblica di Crotone dietro l’ipotesi accusatoria di contrabbando e vendita di generi di monopolio senza autorizzazione.
Allo stesso tempo si è anche provveduto alla segnalazione di due rivenditori all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’applicazione di sanzioni amministrative fino ad un massimo di 450.000 euro e la sospensione della licenza di due esercizi commerciali per un periodo non inferiore a 5 giorni e non superiore ad un mese.
Un’azione che merita di essere stringente da parte delle Forze dell’Ordine dal momento che tali prodotti, nella maggior parte dei casi, essendo di illecita provenienza, violano norme di sicurezza come quella relativa al tasso di nicotina che si palesa essere quasi sempre eccedente la soglia stabilita dalle norme di settore.
La loro serrata diffusione tra i più giovani, pertanto, impone una stretta attività di vigilanza da parte degli Organi inquirenti preposti.

E' una cavalcata impetuosa quella che vede in sella il Franchising Svapo Web.
Meglio dirsi, il Franchising di successo Svapo Web.
La scorsa settimana, infatti, un vero e proprio boom di nuove aperture di Store.
Da Nord a Sud passando per le isole.
In principio, Mercoledi 15, era stata Oristano seguita, tempo 48 ore, dalla toscana Prato.
L'uno-due finale quello di Sabato 18 quando hanno tagliato il nastro gli Svapo Web Store di Trieste - quartiere Rozzol-Ippodromo - e di Battipaglia, in provincia di Salerno.
Quest'ultimo con il diretto impegno del papà di Svapo Web, Arcangelo Bove, in tandem con l'imprenditore della cosmesi professionale, Francesco Guarini.
"Il primo di un filone di nuove aperture - ha commentato Bove - che farà tappa, ben presto, anche a Salerno".
Al di la del boom della scorsa settimana, la costante del Franchising Svapo Web è quella di procedere spedito, senza flessioni.
Sono numerosissime le nuove aperture che si stanno avendo in tutto il territorio nazionale, con sempre più imprenditori che sono attratti dalla prospettiva del guadagno sin da subito che contraddistingue l'andamento degli Store "arancioni".
A ciò aggiungendosi l'attività di puntuale affiancamento che il team Franchising Svapo Web fornisce prima, durante e dopo l'apertura degli Store.
Una formula vincente, l'ennesima intuizione di Arcangelo Bove che, nel Giugno 2019, dopo aver travolto il mercato con la piattaforma on line, decise di avviare il progetto Franchising.
E, anche in questa circostanza, i fatti stanno dando ragione a colui il quale, a tutti gli effetti, è il pioniere della sigaretta elettronica nazionale.
Nonostante la partenza del progetto degli Store abbia attraversato, in pieno, quello che è stato il momento più nero della storia mondiale del dopoguerra quale l'emergenza legata alla pandemia da Covid.
In definizione, intanto, nelle prossime settimane, una pioggia di nuovi "start".
E, come dicono dalla Casa madre di Benevento, "il meglio deve ancora venire".

 BAT Italia ha siglato oggi un protocollo d’intesa triennale con il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste per l’acquisto di tabacco italiano di alta qualità. Alla firma del nuovo accordo hanno partecipato il Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Patrizio Giacomo La Pietra, il Direttore Generale di BAT Italia Fabio de Petris, il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il Principal di H-FARM Innovation Mauro Iannizzi.

BAT ha annunciato, per il 2023, un investimento fino a 60 milioni di euro per l’acquisto di 15.000 tonnellate di tabacco italiano delle varietà Burley, in Campania e Virginia Bright, in Veneto e Umbria. La nuova intesa garantisce un ulteriore supporto alle circa 400 aziende della filiera agricola di BAT Italia, che conta circa 6.000 addetti e che oggi, come tutta l’agricoltura italiana, si trova ad affrontare difficoltà senza precedenti, legate soprattutto all’incremento dei costi energetici, delle materie prima agricole e alla siccità. In questo senso, nel confermare il sostegno economico alla tabacchicoltura italiana BAT ha riconosciuto ulteriori 2 milioni di euro per fronteggiare il caro energia rispetto all’investimento effettuato nel 2022.

Questo investimento è un’ulteriore conferma dell’impegno di BAT sul territorio italiano, attraverso una presenza sempre più importante nell’agroindustria nazionale. L’azienda ha investito, infatti,      circa 300 milioni di euro negli ultimi 10 anni nell’agricoltura italiana, cui si aggiungono 500 milioni di euro in 5 anni previsti per il piano industriale dell’azienda per la realizzazione del Trieste Innovation Hub, nuovo centro di produzione, innovazione e sostenibilità globale di BAT in Italia.

Quello di BAT è un impegno importante verso il Paese, che si concretizza anche nel rinnovo della partnership con H-FARM Innovation, la novel consultancy parte del network JAKALA,  nata nella piattaforma di innovazione H-FARM, nella convinzione che la tecnologia sia un
abilitatore fondamentale per lo sviluppo sostenibile della filiera tabacchicola italiana.

Primo passo di questa collaborazione, è stato l’annuncio dei tre progetti di XFarm, Pycno&Agroop e iFarming, che hanno avuto accesso alla fase finale della call for ideas “Terraventura”, iniziativa di Open Innovation promossa da H-FARM Innovation e pensata per accelerare il processo di digitalizzazione della filiera tabacchicola verso una maggiore efficienza, resilienza e sostenibilità. Le tre startup selezionate sono in fase di definizione della PoC (Proof of Concept), con altrettanti progetti pilota da implementare all’interno della filiera tabacchicola di BAT Italia.

“L’Italia riveste una grande importanza nella strategia global di BAT, che da sempre pone l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale al centro dell’agenda ESG della nostra azienda”, ha dichiarato Fabio de Petris, Direttore Generale di BAT Italia.
L’impegno di BAT si traduce concretamente anche in investimenti diretti a supporto della filiera, come l’acquisto fino a 60 milioni di euro di tabacco italiano di alta qualità. In BAT crediamo fermamente nella costruzione di un’agricoltura più sostenibile e intendiamo guidare tutti i nostri stakeholder verso la nostra idea di ‘A Better Tomorrow’, un futuro migliore – più equo, più verde, più innovativo – per i consumatori e le comunità in cui operiamo”.

“Il futuro della filiera italiana del tabacco passa attraverso due concetti imprescindibili: sostenibilità e innovazione. Le centinaia di aziende italiane e le migliaia di lavoratori del settore, distribuite principalmente sul territorio di Umbria, Campania e Veneto, vogliono rimanere competitive sul mercato e per affrontare le sfide future che attendono il mondo dell’agricoltura, impegnato nella produzione di tabacco, sono necessari investimenti importanti e mirati. Il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste è al fianco delle nostre aziende produttrici e dell’intera filiera in questo processo di innovazione e sostenibilità. Una vicinanza evidenziata dall’evento odierno, nel quale, presso la sede del Masaf, sono state convocate tutte le principali manifatture, per la sigla di un accordo foriero di investimenti, che avranno una durata triennale, in grado quindi di garantire una progettualità di lunga durata alle aziende impegnate nella filiera tabacchicola italiana”, ha affermato il Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Sen Patrizio Giacomo La Pietra.

“Il rinnovo della partnership con BAT per gli anni 2023, 2024 e 2025 è una conferma dell’efficacia del progetto Terraventura.  Il contesto delle PMI Italiane che lavorano sulla digitalizzazione e la sostenibilità delle filiere agricole è ricco e promettente ma ha bisogno di essere valorizzato da progetti di lunga visione come quello appena concluso. Le prossime call for startup continueranno a lavorare su un cambiamento culturale necessario alla realizzazione di innovazioni tangibili”, ha commentato Mauro Iannizzi, Principal di H-FARM Innovation.

“Non capita spesso di dare notizia di investimenti importanti in Italia, specie in questo periodo di difficoltà economiche. Accogliamo perciò con maggiore soddisfazione il progetto di BAT a sostegno della filiera tabacchicola italiana, che conferma il suo ruolo strategico nell’economia del Paese. Il settore, che è di fondamentale importanza per l’Italia e per la sua economia, conta infatti quasi 2.000 aziende che impiegano circa 50.000 addetti”, dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura“È importante, adesso, per assicurarne una crescita costante, innovativa, attenta al territorio, fare scelte politiche adeguate e condivise con tutti gli attori della filiera, che abbiano un orizzonte di lungo respiro”.