Licenziamenti in atto da parte della Multinazionale nel Centro operativo della iQOS a Bologna. In attesa della FDA parla anche il pneumologo Roberto Boffi.
Sembra assurdo pensare come la Philip Morris International (PMI) possa essere cardine di uno scandalo sui licenziamenti, già al centro del mirino dopo il notevole calo in borsa della settimana scorsa del quasi 16%.
I contratti a tempo determinato sono scaduti; proprio quelli di un anno, sei mesi o tre che non sono stati rinnovati dalla Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna con sedi che producono ben 30 miliardi di "heets" per iQOS per soddisfare la molteplice domanda dei Paesi dove viene commercializzata.
Sembra che questa decisione sia stata presa proprio per problemi relativi alla FDA (Food and Drug Administration) che ha messo in stand-by Philip Morris per non aver provato in modo definitivo che IQOS possa ridurre dal 90 al 95 percento la tossicità, esponendo quindi gli utilizzatori a minori rischi di malattie derivate dal fumo. In effetti non solo l'FDA ha dubbi sulla veridicità delle analisi effettuate da PMI sul dispositivo per l'ingresso negli USA, ma anche paesi - ad esempio - come Thaillandia o Lituania iQOS risulta piena di dubbi.
La FDA ha espresso - in effetti - un parere negativo basandosi sul fatto che PMI non avrebbe presentato prove di riduzione del danno ma espone - invece - gli utenti solo ed esclusivamente a livelli inferiori di sostanze dannose ragion del quale non potrebbe essere constatato che tale dispositivo non porti alla riduzione delle malattie e in molti casi della morte. In effetti gli studi pubblicati (sul' Evidenza di pirolisi e rilascio di una sostanza tossica) - su tale dispositivo - non promettono niente di buono proprio sul rilascio di tali sostanze.
Un anno fa Roberto Boffi (esperto in Pneumologia, Oncologia, Cure Palliative, Riabilitazione respiratoria, Tabaccologia, Prevenzione delle malattie respiratorie) aveva illustrato dati riguardanti iQOS che affermavano il rilascio di "Black Carbon" (che è indice di presenza nel PM2, 5 di idrocarburi policiclici aromatici - si legge sul sito della Fondazione - "abbiamo rilevato anche una significativa presenza di aldeidi, tra cui la formaldeide che recentemente l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito nella lista delle sostanze cancerogene per l'uomo ") - non rilasciato dalle sigarette elettroniche - nelle polveri emesse da iQOS anche se in concentrazione minore delle sigarette tradizionali. [Articoli su iQOS - FondazioneUmbertoVeronesi - 26 Aprile 2018]
Attori italiani - lavoratori, circa 500 - della multinazionale nelle sedi di Zola Predosa e a Crespellano che provengono da tutta l'Italia. persone che hanno lasciato la loro città per una prospettiva di lavoro a cui adesso non rimane - praticamente - niente dove le motivazioni principale del licenziamento riguardano "la fine del budget destinato" o la giustificazione delle agenzie che hanno fornito personale a Philip Morris che ribadiscono che alcuni contratti si sapeva già fossero a termine e pertanto non avrebbero proseguito oltre un determinato termine.
La FDA deciderà nei prossimi mesi se IQOS possa essere venduto negli Stati Uniti e commercializzato come alternativa meno dannosa alle sigarette e se ottenesse l'autorizzazione PMI avrebbe un largo margine di vendita che potenzialmente può essere in questo momento limitato ai soli paesi che la commercializzano.
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