Ecco i punti riguardanti sigarette e sigarette elettroniche sui quali il Gruppo Tobacco Endgame, collegato alle società medico scientifiche della sanità pubblica italiana impegnate nel controllo del tabacco, chiede un impegno al Governo.

Sono pochi ma di impatto i punti, spiegati nel documento, che il gruppo Tobacco Endgame, collegato alle società medico scientifiche della sanità pubblica italiana impegnate nel controllo del tabacco, chiedono un impegno al Governo. Nel documento si esprimono chiare le motivazioni che portano alla richiesta da parte del gruppo di aumentare le accise sul pacchetto di sigarette di 1 euro e limitare la pubblicità anche sui socialmedia anche delle sigarette elettroniche. 

"Si sta allontanando il raggiungimento dell’obiettivo per lo sviluppo sostenibile riguardante il fumo: nel 2030 la frequenza di fumatori nella popolazione sopra i 15 anni sarebbe dovuta calare al 19%, invece in questi giorni le proiezioni dell’autorevole Institute of Health Metrics and Evaluation, mostrano che, continuando così, nel 2030, i fumatori saranno il 22% e solo nel 2060 si raggiungerà il 19%. Il processo di riduzione è troppo lento. Diversi problemi affliggono le politiche per ridurre la diffusione del tabacco in Italia: politiche fiscali inefficaci, inerzia dell’azione regolatoria di fronte a un mercato dinamico e innovativo e alle interferenze dell’industria del tabacco".

Nell'accusare il settore alle sigarette elettroniche troviamo:

Una fiscalità generosa con le sigarette elettroniche e sigarette a tabacco riscaldato, anche con il ricorso ai condoni, ha favorito la crescita delle vendite di questi prodotti. Il Governo, sposando l’idea di “riduzione del danno” proposta dall’industria e rinunciando a qualsivoglia precauzione, permette che le sigarette elettroniche si diffondano tra i giovani e giovanissimi. Ammesso pure che questi prodotti possano ridurre il danno nel caso del singolo fumatore, essi danneggiano gravemente chi non è già un fumatore dipendente dalla nicotina, come i ragazzini. Ciò accade in Italia, nello stesso periodo in cui gli Stati Uniti sono spaventati da una epidemia di studenti dipendenti da sigarette elettroniche e l’emergere di una nuova malattia polmonare, mai vista prima, associata all’uso di sigarette elettroniche.

L’inerzia dell’azione regolatoria consente sempre più ai produttori dei nuovi prodotti, come sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato, avidi di avere nuovi clienti dipendenti, di spingersi oltre limiti che sarebbe opportuno non superare per agganciare i ragazzini ai loro prodotti che, ricordiamolo, non sono innocui e creano dipendenza:

- la pubblicità delle sigarette elettroniche è dappertutto, i negozi scintillanti di iQOS sono scientificamente localizzati nelle aree più affollate delle città; x La Philip Morris cerca di ritornare da sponsor in formula 1 e moto GP, camuffandosi dietro un paravento semitrasparente del progetto Mission Winnow;

- Per pubblicizzare i loro prodotti ai giovani e giovanissimi, le industrie del tabacco e delle sigarette elettroniche usano i social media come in un Far West senza leggi, assoldando influencer e organizzando eventi da rilanciare su facebook o instagram;

- L’industria del tabacco interferisce nel dibattito scientifico, nella formazione biomedica;

- L’industria del tabacco continua la sua attività lobbistica finanziando centri studi e fondazioni vicini alla politica, in questo imitata dai produttori di sigarette elettroniche, per esercitare pressioni sui decisori, al fine di limitare la regolamentazione.

Da qui la richiesta al Governo di ridare slancio alle politiche di contrasto al tabacco attraverso una serie di punti:

- Aumento delle accise di 1 euro al pacchetto E’ necessario far aumentare i prezzi di tutti i prodotti del tabacco, incluso il tabacco sciolto. E’ un misura per la salute, che comunque non danneggia le entrate fiscali considerata la scarsa elasticità della domanda di tabacco rispetto al variare del prezzo.

- NO fumo NO svapo nei luoghi pubblici. Le sigarette elettroniche e quelle a tabacco riscaldato devono essere sottoposte alle stesse limitazioni di fumo nei luoghi pubblici ed in quelli di lavoro. Si ampli il campo di applicazione della Legge Sirchia;

- NO pubblicità: per i produttori di sigarette elettroniche e di quelle a tabacco riscaldato devono valere i divieti completi di pubblicità e sponsorizzazione in vigore per i prodotti del tabacco.

- NO al farwest pubblicitario sui social media. E’ necessario impedire la pubblicità di tabacco, sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato sui social media. Il Governo associ la sua voce a quella dei tanti soggetti che in questi giorni stanno chiedendo agli Amministratori dei social media di impedire questo scempio.

- NO all’interferenza dell’industria del tabacco. Si deve contrastare l’interferenza dell’industria del tabacco e dei produttori di sigarette elettroniche nella ricerca, nella formazione biomedica e nelle politiche del Governo che riguardano il tabacco.

- SI a coltivazioni alternative al tabacco, per liberare l’agricoltura dalla dipendenza dagli investimenti delle multinazionali (come l’accordo con Japan Tobacco e quello con PMI) che rendono il Paese ricattabile dall’industria più letale al mondo.

- Stare Allerta! Il Servizio Sanitario Nazionale venga ben informato sul focolaio epidemico di malattie polmonari associate all’uso di sigarette elettroniche, in corso negli USA, fin quando non saranno chiarite entità e cause dell’epidemia.

- Far funzionare il Piano Nazionale della Prevenzione per potenziare la capacità del Servizio Sanitario di aiutare i fumatori che vogliono smettere.

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