Era il 10 gennaio 2005 e dopo 15 anni il divieto di fumare la sigaretta ha portato 1 milione di fumatori in meno in Italia. La legge Sirchia ha gettato le basi per un paese senza fumo ma lo sesso Ex-ministro, tutt'oggi, non vede di buon occhio le sigarette elettroniche.
27 euro e 50. Questa è stata la prima multa ad un ragazzo di 22 anni che inconsapevolmente aveva violato il divieto di fumo nei luoghi pubblici fortemente voluto dall'allora Ministro della Salute, Girolamo Sirchia, che scatto a mezzanotte del 10 Gennaio 2005 in applicazione della legge n. 3 del 16 gennaio 2003 (art. 51) .
Il divieto rappresentò una rivoluzione che interessò primariamente l'ambito sanitario e successivamente cambiò pian piano il modo di interfacciarsi degli italiani con i luoghi dove era vietato fumare stravolgendo delle abitudini consolidate nel tempo. Critiche e polemiche sono subentrate poco dopo l'attivazione del divieto; tutte però alla fine messe a tacere, sconfitte dalla scienza medica che ha confermato il nesso causale tra sigarette e patologie molto gravi compreso il cancro.
Da quel 10 gennaio 2005, certifica l'Istituto Superiore di Sanità:
"i fumatori in Italia sono diminuiti di circa un milione mentre è cresciuta la consapevolezza rispetto ai danni dell'uso del tabacco come dimostra l'aumento delle richieste di aiuto al Telefono Verde quintuplicate in 15 anni."
I tabagisti sono passati da 12.570.000 del 2005 a 11.600.000 fumatori nel 2019. Gli uomini sono 7,1 milioni, 28 per cento e le donne 4,5 milioni, 16,5. Secondo l'Airc (Associazione ricerca sul cancro) aumentano però le donne fumatrici: più 24 per cento in un anno. Aumentano anche le richieste di aiuto per smettere al telefono verde Fumo dell' Iss (800554088) dai 2.600 contatti annui nel 2005 ad 11.100 nel 2019. I dati confermano un calo dei fumatori che dai 14 anni e oltre passano da una percentuale del 23,8 per cento al 19. Calano anche le vendite: meno 32 per cento.
Il rispetto del divieto si evince anche dai dati sulle sanzioni forniti dai Nas. Dal 2005 ad oggi i Carabinieri dei Nuclei antisofisticazione hanno eseguito oltre 55mila controlli in tutta Italia monitorando il rispetto della norma in tutti i luoghi pubblici: dalle stazioni ferroviarie ad ospedali, ambulatori, musei e biblioteche, aeroporti, uffici postali, sale scommesse, discoteche, pub e pizzerie, rivendite di tabacchi. Controlli che hanno evidenziato il sostanziale rispetto della norma: multati l'1,8 per cento dei fumatori per infrazione al divieto e il 3,5 dei gestori per cartelli e sale non a norma.
Per quanto riguarda le sigarette elettroniche lo stesso Ex-Ministro si espresse nel 2018:
"Le sigarette elettroniche non sono per nulla innocue. Non si inala catrame ma quei vapori contengono metalli pesanti oltre alla nicotina. [...] Le droghe leggere invece hanno gli stessi effetti di quelle pesanti e oggi la situazione è peggiorata rispetto al passato, perché la repressione è diminuita.
"A me pare solo un business che non risolve il problema. È vero che con le sigarette elettroniche il danno si riduce, essendo assente la combustione. Ma si sta già dimostrando che questi dispositivi inducono a mantenere il vizio e chi ne fa uso, presto o tardi, torna alle sigarette tradizionali, e comunque, lo ripeto, rimangono strumenti di assuefazione al fumo ..".
"Vedo una situazione peggiorata rispetto al passato perché anche qui la repressione si è molto allentata. Oggi un ragazzino su dieci fuma cannabis, complice l'industria del tabacco che ha inserito nel mercato sigarette al cannabinolo. (riferendosi alle battaglie sulle droghe leggere)"
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