Fare chiarezza, comprendere quale sia il vero nemico da “combattere” quando si parla di tabagismo.
E’ questo il senso di una missiva sottoscritta da Altria alla Food and Drug Administration, Organo statunitense, braccio del Ministero della Salute, che assolve al compito di vigilare su sicurezza di cibi e farmaci.
Ebbene, l’azienda – che è Casa madre del marchio Marlboro – ha chiesto alla Fda di pronunciarsi, al fine di instaurare una corretta informazione, sulla questione nicotina.
Sollecitando la stessa a fare chiarezza su come non sia tale sostanza, appunto, la reale causa dei problemi e degli accidenti a carico della salute connessi al fumo di sigaretta.
In tal senso, aprendosi parentesi, si era recentemente espresso anche il professore Fabio Beatrice.
Questi, infatti, aveva annotato su come – appunto – la causa delle problematiche di tipo cancerose e cardiocircolatorio non fosse da mettersi in relazione alla nicotina quanto, invece, al catrame, ovvero all’insieme di oltre 4300 sostanze ad alta tossicità originate dalla combustione.
Una riflessione appropriata, calzante quella del docente universitario italiano, preso
atto della diffusa approssimazione che si rinviene in merito in ambito scientifico.
Nonchè comprendendosi anche come nella lotta al tabagismo bisogna aver chiari quali siano i target da abbattere.

SONDAGGIO CONDOTTO SU 1020 PROFESSIONISTI
Ma torniamo alle cose americane.
Un approfondimento condotto su 1020 medici afferenti le branche della Medicina di
famiglia, la Medicina interna, l’Ostetricia, la Ginecologia, la Cardiologia, la Pneumologia e l’Oncologia ha accertato come l’83% dei soggetti intervistati ritenesse che la nicotina fosse la vera e reale causa di patologie cardiache mentre una percentuale ancora superiore, pari all’85, fosse certa che la nicotina rappresentasse fattore predisponente della Broncopneumatia cronica ostruttiva.
Fuori pista, completamente.
“I medici devono comprendere – così l’analisi di Steinberg, Direttore della Rutgers Tobacco Dependence Program e Capo della Divisione di Medicina interna generale presso la Rutgers Robert Wood Johnson Medical School – quale sia il rischio effettivo connesso all’uso di nicotina in quanto i medici occupano un ruolo centrale nella prescrizione della terapia sostitutiva”.
Ragionamento assolutamente adeguato, dal momento che, molto spesso, le terapie prescritte prevedono, in un percorso a scalare, la somministrazione di sigarette a basso contenuto di nicotina che, però, come chiaro, “non sono più sicure delle sigarette tradizionali”.
Chiarezza urge, anche in merito al discorso fumo.