Cannabis e tabacco.
Un abbinamento che amplifica i problemi di tipo respiratorio e che riguarda, in modo principale, le fasce più giovani della popolazione, più portata a sottostimare, per ovvie motivazioni, le conseguenze negative sulla salute connesse a proprie condotte.
Interessante approfondimento quello posto in essere, attraverso le pagine della Fondazione Veronesi, dal dottore Martino Cammarata, già Direttore del Dipartimento interaziendale di Patologia delle dipendenze delle Aziende sanitarie locali di Novara, Biella e Vercelli nonchè Coordinatore della Sitab Piemonte.

Il punto di partenza nell'analisi è quello fissato da un interessante quanto eloquente studio pubblicato sul Canadian Medical Association Journal.
L'approfondimento ha esaminato la casistica data da 6728 adulti di età compresa tra i 20 ed i 59 anni.
Ebbene, ad essersi registrato è che, a parità di numero quotidiano di sigarette fumate, i soggetti che usavano anche cannabis hanno palesato dati respiratori obiettivamente peggiori rispetto a quelli che non facevano uso della sostanza nonchè una maggiore predisposizione a sviluppare una patologia insidiosa come la broncopneumopatia cronico ostruttiva.

"La complessità della disassuefazione nell’uso duale - sottolineano dalla "Veronesi" - è dovuta anche all’azione di rinforzo che si esercita reciprocamente tra nicotina e THC, il delta-9-tetraidrocannabinolo, uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis, in cui l’una fa da traino biomolecolare all’altra, e viceversa, nell’innesco e nella perpetuazione della dipendenza".

"Va considerato inoltre che, nell’uso di spliff - rimarca Cammarata - ovvero sigarette che contengono sia la marijuana sia il tabacco, e nell’uso di blunt, cartine di canapa per rollare sigarette con sembianze di sigari, il tabacco aumenta l’efficienza di vaporizzazione del THC fino al 45% in più.
Di conseguenza, incrementa notevolmente l’inalazione e l’assorbimento di quest’ultimo, rendendo più appetibili, intensi e ricercati gli effetti dell’uso duale rispetto alla sigaretta contenente solo cannabis, detta comunemente spinello".
Per quel che riguarda l'aspetto della disassuefazione dalla cannabis, tuttavia, conclude l'esperto, "la mancanza di farmaci specifici validati scientificamente, anche se tra essi ve ne sono di promettenti, dirotta i principali tentativi alla terapia motivazionale-comportamentale nelle sue varie prospettive e sfaccettature.
Questo, tuttavia, penalizza i risultati in termini di raggiungimento della cessazione per la scarsa gestione dell’astinenza fisica".