Il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Consigliere Roberto Alesse, ha incontrato nella sede romana di Piazza Mastai dell’Agenzia il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo.
Contestualmente il vertice Adm ha provveduto a firmare un Protocollo d’intesa con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Il Protocollo, venendo al dettaglio, rinnova - viene spiegato in una nota stampa dell'Agenzia - le modalità che disciplinano i rapporti tra la DNAA e il personale di polizia giudiziaria dell'ADM, coordinato dalla Direzione antifrode a sua volta diretta dal magistrato ordinario, Sergio Gallo.
In tal senso, viene sottolineato nel comunicato stampa, si mira a migliorare "l'efficienza dei rispettivi strumenti di contrasto ai fenomeni criminali".

Con il sostegno della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo - ha sottolineato in sua dichiarazione il dottore Alesse - siamo sicuri che riusciremo ad avere un ruolo sempre più incisivo nella lotta all’illegalità.
Siamo consapevoli delle importanti sfide che ci attendono.
I nostri sistemi di intelligence devono adattarsi a un mondo che cambia velocemente, per cogliere le opportunità offerte dal progresso tecnologico e dall’evoluzione dell’ordinamento giuridico.
Le novità che arrivano dall’intelligenza artificiale - ha concluso Alesse - ma anche da una crescente globalizzazione suggeriscono, ad esempio, di dotarsi di un’unica autorità doganale sovranazionale”.

“La cooperazione istituzionale con l’Adm - ha successivamente fatto presente il Procuratore Melillo - è un impegno antico che va rinnovato e sviluppato proiettando lo sguardo verso sfide comuni, come quella dell’innovazione tecnologica. I flussi di informazioni prodotti dall’Agenzia sono per noi di fondamentale importanza.
Mi auguro - ha concluso il togato - che ci siano occasioni di confronto e mutuo monitoraggio frequenti, perché i protocolli devono evolversi nella loro applicazione pratica”.

Continua l'impostazione di Alesse nell'ottica di stipulare sinergie con altri soggetti istituzionali: così come era stato con la Guardia di Finanza, in tal modo si mira a ottimizzare gli sforzi reciproci anche nell'ottica di evitare sovrapposizioni di competenze.