Le parole del noto pneumologo dell'Istituto dei tumori di Milano

Covid, “fumare rappresenta un fattore prognostico negativo statisticamente significativo”.
Ad affermarlo è Roberto Boffi, medico pneumologo anche Responsabile del Reparto di Pneumologia presso l'Istituto nazionale dei tumori di Milano.
Il noto professionista, anche Direttore del Centro antifumo allocato presso lo stesso nosocomio, è intervenuto ai microfoni di “Espansione tv” offrendo proprie considerazioni rispetto a quelle che sono tematiche di stretta attualità in merito al rapporto, o presunto tale, tra Coronavirus, fumo e svapo.

Boffi, in particolare, ha ragionato, in principio, sulle recenti conclusioni di uno studio francese che, come noto, hanno ipotizzato come la nicotina possa giocare un ruolo protettivo sia con riguardo all'atto del contagio da Covid sia con riferimento alla evoluzione clinica in caso di infezione.
Lo pneumologo, rispetto all'approfondimento transalpino, si è limitato ad affermare come lo stesso, non ancora pubblicato, sia stato condotto su un numero limitato di casi. E, ancora, come sia abitudine di “noi medici e ricercatori giudicare e magari orientarci nelle scelte cliniche solo sulla base di studi pubblicati”.

Boffi, piuttosto, ha usato come parametro di analisi gli altri 28 studi effettuati “sull'abitudine tabagica” (in tempo di Covid), 22 dei quali provenienti dalla Cina. “Culla”, come tristemente noto, della pandemia.
Ebbene, la “summa” dei vari studi – sviluppatisi su campioni composti da persone fumatrici, ex fumatrici e non fumatrici – ha appurato – riferisce sempre Boffi – come rispetto alle probabilità di contagio, la condizione di fumatore non avrebbe un particolare influsso o significato. Ovvero, tradotto in soldoni, fumi o non fumi, le “chance” di contagio sono fondamentalmente simili.
Laddove, invece, come sostiene buona parte della scienza, ad entrare in gioco sono altri elementi quali carica virale, situazione immunologica del singolo e, forse, anche genetica.

Tornando alla sostanza dei 28 studi, tuttavia, Boffi ha concluso, con riguardo ai numeri disponibili, come, piuttosto, la condizione di fumatore possa rappresentare un elemento negativo ai fini del decorso della malattia con una maggiore possibilità di evoluzione in polmoniti che possono pretendere il trasferimento in Terapia intensiva.
Alla faccia, quindi, della nicotina e della sigaretta quali barriera anti-Covid: ora come ora i riferimenti scientificamente validi dicono che il binomio Coronavirus-fumo non può far altro che spalancare le porte alle complicanze.