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A seguito delle numerose segnalazioni ricevute, abbiamo constatato che, sia tramite le
piattaforme Instagram, Facebook, Telegram e altri social media, sia tramite attività di
distribuzione e rivendita (all’ingrosso e al dettaglio), vengono promosse e commercializzate sul territorio italiano, sigarette elettroniche (anche monouso) non in regola e le cui caratteristiche violano la normativa vigente.
In particolare, i prodotti commercializzati risultano carenti dei requisiti e delle caratteristiche previsti dall’art 62 quater del Testo Unico Accise (D.lgs. 504/1995) e normativa attuativa nonché dell’art. 21 del D.lgs. 6/2016.
A tal riguardo, rammentiamo che i prodotti liquidi da inalazione possono essere
compravenduti solo e soltanto per il tramite di Rivendite di generi di monopolio (Tabaccai),
Esercizi autorizzati (negozi di sigarette elettroniche, farmacie e parafarmacie
debitamente autorizzati); E-commerce da parte di depositari autorizzati nel territorio italiano

LE PRINCIPALI VIOLAZIONI NEI PRODOTTI

Qui di seguito elenchiamo le principali violazioni di legge che si posso riscontrare sui
prodotti: Serbatoio contenente un volume di prodotto liquido superiore a 2 ml (limite
previsto dalla norma); Per prassi, nelle sigarette c.d. usa e getta, si indica il numero di
“tiri” o in gergo “puff”: se il numero è superiore a 800 è molto probabile che il
contenuto sia superiore ai 2 ml; Concentrazione nicotinica maggiore al livello massimo consentito dalla legge (20 mg/ml, ovvero 2%); Assenza (o invalidità) della notifica del prodotto alla Commissione europea, come previsto dalla normativa di riferimento (i prodotti devono essere notificati con sei mesi di anticipo sulla commercializzazione alla Commissione europea; Con tale procedura vengono trasmesse anche analisi tecniche, tossicologiche e sulle emissioni); Commercializzazione in mancanza del codice identificativo univoco (codice PLI) previsto dal Decreto Direttoriale ADM prot. n. 83685/RU del 18.03.2021; Commercializzazione in mancanza del contrassegno di legittimazione di legge,
come previsto dal Decreto Direttoriale prot. n. 93445/RU del 29.03.2021; Mancanza sulla confezione delle avvertenze sulla salute e delle informazioni
obbligatorie per legge in lingua italiana.
nota Anafe

Paura di avviare una nuova attività?
Timore di fare un salto nel vuoto?
Macchè.
L’imprenditoria può dare grandi soddisfazione.
Ed anche da subito.
Uno degli esempi, in tal senso, viene da Marco Zanzarella che, appena lo scorso 7 Luglio, ha inaugurato lo Svapoweb Store di Lecce.
E’ stata una partenza sprint – ci confida Marco, 33 anni – Il marchio Svapoweb mi era già abbondantemente noto ma mai avrei pensato che potessi avere, in tempi strettissimi, risultati così importanti. Sono più che soddisfatto”.
Da precisare come l’esercizio leccese sia un ex novo e come il nostro sia al suo deb come imprenditore del vaping.
L’intraprendenza di Zanzarella, il richiamo del brand arancione hanno partorito a tempo zero un cocktail di successo esplosivo ed immediato.
“Ho gestito, in passato, una birreria artigianale, sono stato Direttore di una azienda vinicola.
La sigaretta elettronica, però, è stato un pallino che ho sempre coltivato ma, le varie contingenze del momento, mi hanno sempre fatto rinviare l’idea di avviare un’attività nel campo dello svapo.
Ora, però, ho colto anche questo obiettivo”.

Nel passato di Marco c’è anche un trascorso da fumatore.
Ho iniziato a svapare circa dieci anni fa.
Per un paio di anni ho “palleggiato” tra sigarette ed e-cig.
Poi quest’ultime mi hanno consentito di archiviare definitivamente il tabacco.
Ed ora metto a servizio della clientela la mia esperienza di ex fumatore che è riuscito a sottrarsi alla dipendenza grazie allo svapo.
Quanti clienti mi chiedono un aiuto per uscire dal tunnel dal fumo?

L’ENTUSIASMO DI MARCO ZANZARELLA

Guarda – prosegue Zanzarella – Se devo percentualizzare, posso dire che circa il 70% di quanti entrano nel negozio mi chiedono supporto per dire addio alle sigarette.
Cerchiamo di venirgli incontro: all’inizio gli proponiamo una pod, una cosa semplice che non si scarichi subito.
Quanto ai gusti, per i primi sette-dieci giorni puntiamo su un tabaccoso, poi viriamo su un aroma differente, ma non ancora di tipo cremoso.
Meglio un fruttato fresco”.

Parole che possono apparire semplici, quelle di Marco, di fatto vero e proprio consulente del vaping, ma che sono il frutto di osservazione e di “studio” del settore che si protrae da tempo.
Sono un divoratore di blog e forum della sigaretta elettronica: ascoltare e confrontarsi, anche in questo ambito, è assolutamente determinante”.
A distanza di poco più di tre settimane, quindi, già si vola per lo store della cittadina barocca.
Sono positivo già di mio – ribadisce il medesimo – Ringrazio Dio di avere aperto, sono proprio felice.
Immediatamente ho scacciato via le pur comprensibili paure che si possono avere all’inizio di una nuova attività”.
Chiusura dedicata al marchio arancione figlio dell’ingegno e dell’intuito di Arcangelo Bove “Ho trovato un accompagnamento ed un’assistenza, in tutte le fasi, che difficilmente si incontrano in un’azienda.
Antonio Esposito e Roberta Siciliano (responsabili del settore Franchising, n.d.r.) ti sono costantemente accanto pronti ad aiutarti e supportarti passo dopo passo.
Non si trova una assistenza così”.

 

Apprendo da Organi di informazione di una operazione portata a termine da personale della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Modena che ha consentito di rintracciare un ingente quantitativo di prodotti del vaping provenienti da Paesi extra Ue, la cui immissione in consumo in Italia è soggetta a specifiche restrizioni.
Mi compiaccio di quanto posto in essere e voglio augurarmi che tali attività possano essere intensificate”.

Così Arcangelo Bove, Presidente Unasweb nonchè padre del marchio Svapoweb.
Il riferimento è al blitz che ha portato i funzionari della sede di Modena a rintracciare presso “la sede di un rinomato corriere internazionale” oltre 1000 dispositivi elettronici tra atomizzatori, cartucce, batterie nonchè flaconi contenenti in totale 22 litri di liquidi da inalazione per sigaretta elettronica e nicotina.
Materiale che si è dovuto puntualmente avviare a distruzione.

“RIVENDITORI CORRETTI PAGANO FINO AD ULTIMO EURO DI TASSE”

Restiamo in attesa di eventuali ulteriori particolari dal fronte delle indagini – prosegue Bove – Tuttavia, se realmente si confermassero i profili di illecito ipotizzati dal personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, non si farebbe altro che confermare quanto più volte da noi denunciato.
Come Unasweb, infatti, in più occasioni abbiamo sollecitato rispetto alla necessità di porre in essere controlli presso i vari corrieri che, in generale, si recano all’Estero a ritirare prodotti del vaping presso rivenditori operanti in prossimità del confine italiano.
Introducendo in Italia materiale che, di fatto, violando le norme sull’importazione, integra pienamente i profili del contrabbando.
Abbiamo a che fare con rivenditori che commerciano, tramite i canali del web, direttamente con clienti italiani, non pagando tasse e proponendo, ovviamente, prezzi più bassi e prodotti meno sicuri.
Il tutto grazie al “ponte” rappresentato da taluni corrieri che queste merci portano al di qua del confine.
In tutto questo, vi siamo noi, rivenditori che pagano fino all’ultimo euro di tasse, che siamo alle prese con controlli serrati e che dobbiamo fronteggiare una concorrenza sleale da parte di “competitors” che si muovono nell’illecito e che recano danno a tutti: all’Erario, ai consumatori e ai tanti imprenditori sani che operano sul territorio nazionale. Plaudiamo a tutte le iniziative che possano conferire quanta maggiore liceità al settore”.

Operazione anti-contrabbando quella posta in essere dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al fine di reprimere il fenomeno della immissione sul suolo nazionale di prodotti del vaping illeciti.
Nè da notizia la stessa Agenzia fiscale.
“I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dell’Ufficio di Modena – viene specificato – hanno portato a termine una importante operazione di controllo riguardante prodotti liquidi da inalazione (PLI) e ricariche, provenienti da Paesi extra Unione europea, la cui immissione in consumo in Italia è soggetta a specifiche restrizioni.
L’esito dell’attività –
è ulteriormente esposto – svoltasi presso la sede di un rinomato corriere internazionale, ha comportato l’avvio alla distruzione di oltre 1000 dispositivi elettronici (atomizzatori, cartucce, batterie) e flaconi contenenti in totale 22 litri di liquidi da inalazione per sigaretta elettronica e nicotina, equivalente a 120 chilogrammi di tabacco tradizionale.
Nell’ambito della stessa operazione, sono stati distrutti circa 1000 chilogrammi di merce di vario genere non ammessa all’importazione in quanto priva delle necessarie certificazioni di conformità CE e delle certificazioni sanitarie.
Ancora una volta l’attività dell’Ufficio di Modena si inserisce nell’ambito delle attività di controllo extra tributario, promosse dall’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli, volte alla tutela della salute e della sicurezza delle persone”.

La Sardegna come la Puglia.
Una regione interamente smoking free nei suoi litorali.
E' questo l'oggetto di una richiesta avanzata da Adiconsum, Associazione italiana Difesa Consumatori e Ambiente attiva sul territorio dal 1987.
Il sodalizio, in particolare, ha chiesto che su tutto il territorio della Sardegna entri in vigore un provvedimento - verosimilmente sotto forma di legge regionale o, in subordine, di ordinanza - con la quale si vada a proibire di fumare sulle spiagge di tutta l'isola.
Un provvedimento che, quindi, farebbe della Sardegna la seconda regione di Italia ad agire in tal senso dopo la Puglia che, a tarda primavera di quest'anno, per iniziativa del suo Governatore Emiliano, ha già disposto in tal senso.
Una misura in tal senso, ancora, supererebbe i provvedimenti che, anche nella splendida isola tirrenica, sono stati introdotti da singoli sindaci con atti che, per loro natura, hanno però validità esclusivamente sui rispettivi territorio comunali.

“Siamo favorevoli alle ordinanze comunali che, oramai da anni - spiega ad Ansa il Presidente del sodalizio, Giorgio Vargiu - vietano il fumo su alcune spiagge dell’isola, ma riteniamo che i divieti debbano essere estesi a tutte le spiagge della Sardegna, sia per tutelare la salute dei bagnanti, sia per difendere l’ambiente messo a rischio dai mozziconi di sigaretta abbandonati sulla sabbia o gettati in mare”.
“Qualsiasi divieto, tuttavia, è totalmente inutile - insiste l'esponente - se non accompagnato da controlli efficaci, ed è sempre più frequente vedere bagnanti che fumano in totale libertà anche nelle zone della Sardegna dove vigono i divieti: per questo chiediamo oggi di istituire in tutte le zone turistiche della regione una task force di agenti delle forze dell’ordine che abbia il compito di eseguire controlli lungo i litorali e sanzionare i trasgressori.
Proprio per incrementare i controlli e sopperire alle carenze di organico di vigili urbani e altri corpi di polizia – ha chiuso Vargiu – chiediamo di estendere ai bagnini e alle compagnie barracellari, attraverso apposite ordinanze prefettizie, il potere di elevare sanzioni verso chi non rispetta i divieti di fumo e le altre regole imposte in spiaggia dalle ordinanze balneari della Regione Sardegna e da Capitanerie di Porto e Comuni”.

Un motivo in più per smettere di fumare.
Un motivo molto importante.
E’ quanto sviscerato in occasione di “Cervello sotto attacco”, convegno organizzato da “Mohre X Neuromed”.
Un appuntamento promosso per riflettere ulteriormente delle conseguenze che il fumo in gravidanza può determinare in capo al nascituro.
Aggiungendosi agli effetti negativi già noti anche ripercussioni in termini di minore quoziente intellettivo.
L’esposizione intrauterina al fumo determina una lunghissima serie di rischi: parto pretermine, basso peso alla nascita, rischi allo sviluppo dei polmoni, del sistema cardiovascolare e anche del cervello, con conseguenze che perdurano a lungo termine, sino alla vita adulta, come obesità, ipertensione, diabete di tipo 2, problemi comportamentali e malattie cardiache”.
Così, come batte Adnkronos, fanno presente i relatori.
“Le donne fumano troppo – osserva, in particolare, Fabio Beatrice, Direttore scientifico del convegno, sempre come rilanciato dall’Agenzia di stampa nazionale – Il 34,7% delle italiane accende tre o più sigarette al giorno, il 9,7% “non tutti i giorni, a volte” o “una-due sigarette al giorno”.
Dieci donne su 100 accendono almeno 16 sigarette al giorno, una fumatrice su tre fuma da almeno vent’anni”.

Ed ancora.
Dobbiamo pensare a strategie diverse per aiutare le donne, che sviluppano il tumore del polmone quasi quanto gli uomini, e i loro bambini.
Ad esempio sfruttando un momento in cui sono più sensibili, la gravidanza che rappresenta una finestra di ricevibilità delle proposte, ma con programmi a medio termine e follow-up di almeno 2-5 anni, quel range di tempo in cui più spesso avvengono le ricadute”.
“Il fumo passivo e quello di ‘terza mano’, per contatto con le superfici intrise di aerosol combusto –
 insistono ancora gli esperti – non fa bene ai più piccoli: aumenta di ben sei volte la probabilità di morti improvvise in culla nei primi mesi di vita, eleva il rischio di asma allergico nei maschi, a cui si aggiungono otiti e bronchiti recidivanti, aumenta di almeno cinque volte il rischio che il figlio stesso diventi un fumatore rispetto ai figlio delle non fumatrici.
Rischio che sale a otto volte di più se a fumare sono entrambi i genitori”.

Anche una sola sigaretta al giorno fumata dalla madre – sottolineano ancora da Mohre e Neuromed – raddoppia il rischio di morte improvvisa (Sid, Suddenly infant death), che aumenta proporzionalmente al numero di sigarette fumate.
Lo ha rivelato” uno studio su “Pediatrics”, che ha aggiunto come da una a 20 sigarette al giorno la probabilità di Sid aumenti in modo lineare, con ogni sigaretta fumata in più al giorno che aumentava le probabilità di 0,07.
E’ stato stimato che il 22% delle Sid negli Stati Uniti possa essere direttamente attribuita al fumo materno durante la gravidanza e che interventi per aiutare le donne a smettere siano strumenti di riduzione del rischio di vita per il bambino”.

Ancora, i relatori del convegno segnalano “i risultati di una meta-analisi su 25 studi che hanno messo in relazione sul fumo materno durante la gravidanza e sul quoziente di intelligenza (Qi) nell’infanzia, nell’adolescenza e nell’età adulta.
La stima complessiva ha mostrato che i soggetti che erano stati esposti al fumo materno durante la gravidanza presentavano punteggi Qi più bassi, rispetto a quelli non esposti al fumo materno in tutte le fasce di età”.

Il contrabbando di sigarette, liquidi da inalazione per sigarette elettroniche (eLiquid) e stick di tabacco riscaldato (THP) è un fenomeno criminale che colpisce una serie di soggetti e interessi collettivi, a partire dall'Erario e la salute dei consumatori, gli operatori della filiera del tabacco, e non ultimo gli operatori legali della distribuzione, come i tabaccai.
In Italia, la sinergia delle azioni delle Forze dell'Ordine, l'introduzione di strumenti di tracciamento sempre più sofisticati lungo tutta la filiera, il mantenimento di una politica fiscale equilibrata, e la sensibilizzazione dei consumatori finalizzata alla diffusione di una cultura della legalità hanno permesso di ridurre significativamente l'impatto del fenomeno, del 38% rispetto al 2020. Infatti, mentre in alcuni Paesi europei le vendite illecite assumono proporzioni particolarmente significative, come Francia e Grecia dove le quote di contrabbando rappresentano rispettivamente il 29 % e il 24% sul totale del consumo, in Italia l'incidenza è del 2,2%: il nostro Paese si posiziona infatti al 27esimo posto (su 30) della classifica sull'incidenza del consumo illecito.
Un quadro complessivamente migliore rispetto ad altri Paesi europei non esclude tuttavia che fattori esogeni propri della nostra attualità, come elevata inflazione, crisi energetica e conflitto russo-ucraino, favoriscano una potenziale ripresa del fenomeno nei prossimi anni. Inoltre, anche per il 2021 il prezzo si è confermato uno dei principali driver del contrabbando: con l'aumento dei prezzi delle sigarette – che nel corso del 2020 è stato in media di 2,6 punti percentuali superiore al livello generale dei prezzi – i consumatori meno abbienti rischiano di essere espulsi dal mercato legale e di decidere di optare per un mercato più in linea con le loro disponibilità economiche.
Sono questi alcuni dei dati e delle riflessioni contenuti nell'annuale Report sul contrabbando in Italia, quest'anno intitolato "Il mercato illecito di sigarette e prodotti di nuova generazione in Italia. Come cambia tra crisi economica, fine pandemia e scenari di guerra". Lo studio è realizzato da Intellegit, la start-up sulla sicurezza dell'Università di Trento, con il contributo di BAT Italia e curato da Andrea Di Nicola (presidente e socio fondatore Intellegit, nonché professore di criminologia e direttore del Centro di Scienze della Sicurezza e della Criminalità). Il Report, giunto alla sua 5^ edizione, da quest'anno viene esteso anche a Trieste oltre a Napoli, Milano, Bari e Palermo, e incrocia i più recenti dati disponibili dalle diverse fonti esistenti in materia (Project Stella KPMG, Empty Pack Survey, Mistery Shopper a cura di AZ Investigation, BAT, Comando Generale della Guardia di Finanza, dati sul monitoraggio dei canali di vendita illecita online dei prodotti di nuova generazione). Oltre all'analisi delle rotte, dei punti di transito, dei luoghi di consumo e di sequestro delle sigarette di contrabbando e dei prodotti di nuova generazione, quest'anno contiene anche un approfondimento sulle percezioni e le opinioni dei tabaccai sul fenomeno del contrabbando nel nostro Paese.

SIGARETTE DI CONTRABBANDO: CRESCE L'INCIDENZA DAI PAESI DELL'EST

Per quanto riguarda il contrabbando di sigarette, anche per il 2021 Udine (33,8%) e Trieste (21,5%) si classificano ai primi posti per la maggiore incidenza di prodotti non domestici sul totale di quelli rilevati e confermano la loro crescente importanza strategica nei flussi di sigarette non domestiche provenienti dall'Est Europa e dai Balcani, regione da cui originano il 33% dei flussi illeciti, di cui il 16,9% solo dalla Slovenia, principale paese di provenienza. Perdono invece di importanza i canali tradizionali dall'Ucraina e dalla Bielorussia, situazione destinata a perdurare anche nel prossimo futuro a causa del conflitto armato in corso, suggerendo modificazioni a livello di gruppi criminali e di modalità operative che vanno poste sotto attenzione. Oltre la metà dei sequestri (56,6%) nel nostro Paese appartiene alla categoria delle illicit whites, marchi prodotti lecitamente in Paesi extra UE e destinati invece soprattutto al mercato illecito nei Paesi dell'Unione Europea. La produzione di tali sigarette è concentrata nell'Est Europeo per ragioni legate direttamente al minor prezzo del pacchetto e alla minor qualità del tabacco lavorato usato in quei Paesi. Ancora una volta, dunque, i differenziali di prezzo fra nazioni si confermano essere una delle principali leve del contrabbando.

ILLICIT WHITES: CAMBIA LA GEOGRAFIA DEI CONSUMI

Nel 2021 l'incidenza di illicit whites sul totale dei pacchetti non domestici rilevati diminuisce rispetto al 2020, ma i dati mostrano un consumo che non è più solo una peculiarità dei comuni del Sud ed è diffuso in altre aree del Paese.
Casoria, la prima città in classifica, si attesta su un valore di poco superiore al 50%, contro più del 75% della prima classifica dello scorso anno (Marano di Napoli). Inoltre, in cima alla classifica si trovano per la prima volta anche città del Nord Italia: Modena (terzo posto) con un'incidenza del 50%, Savona e Rimini (sesto e ottavo posto) con il 33,3%. Sembrerebbe quindi che il consumo di questa tipologia di sigarette non sia più solo una peculiarità dei comuni del Sud ma si stia diffondendo in altre aree del Paese.

AUMENTANO I PREZZI: MERCATO ILLECITO IN RIPRESA

I prezzi di vendita delle sigarette lecite sono aumentati nel 2021 in quasi tutti i Paesi europei. In Italia il costo medio di un pacchetto di sigarette è di poco superiore ai 5€, 16 centesimi in più rispetto al 2020. L'aumento dei prezzi e la loro variabilità in Europa sono fattori che rappresentano una vulnerabilità del sistema e un'opportunità per i contrabbandieri. Questo soprattutto alla luce dei valori rilevati sul consumo di sigarette non domestiche in Italia: benché in media nel 2021 il consumo di prodotti illeciti sia diminuito rispetto agli anni precedenti (3%, la metà di quello del 2016), nella seconda metà del 2021 si osserva una leggera crescita, che potrebbe indicare il rischio di una graduale ripresa del mercato illecito a causa dell'allentarsi delle misure contenitive adottate per la pandemia di Covid-19 e delle conseguenze economiche che ne sono derivate, ora enfatizzate dall'instabile quadro geopolitico Europeo caratterizzato da inflazione elevata, crisi economica ed energetica e conflitto Russo-Ucraino.

L'ATTIVITÀ DI CONTRASTO DELLA GUARDIA DI FINANZA

Nel 2020 la Guardia di Finanza ha effettuato 1.824 operazioni nel contrasto al fenomeno del contrabbando. I tabacchi sequestrati sono per oltre la metà di illicit whites (56,5%) e per il 43,1% di marchi noti, costituiti entrambi principalmente da tabacchi lavorati (sigarette e altri prodotti confezionati, rispettivamente 92,3 e 98,0%).
I sequestri si sono concentrati nei comuni della Campania, che spiccano sia per numero di operazioni sia, in alcuni casi, per quantità sequestrata, ma anche nelle aree portuali del Friuli e della Liguria e in Lombardia. Napoli si conferma al primo posto tra le province italiane per numero di sequestri (893), ma anche Trieste e Genova confermano la loro rilevanza, in particolare il capoluogo friulano, al primo posto nella classifica nazionale delle quantità sequestrate, con 80,1 tonnellate, seguita da Brescia (57,5 tonnellate), Napoli (49,5 tonnellate) e Genova (13,5 tonnellate).
"L'azione di contrasto è stata ulteriormente intensificata nel 2021 e nei primi mesi del 2022, nel corso dei quali sono state sequestrate 649 tonnellate di tabacchi lavorati esteri e denunciate 1.165 persone, di cui 155 tratte in arresto. Le indagini confermano la transnazionalità del fenomeno e il coinvolgimento di ramificate organizzazioni criminali, dotate di grandi quantità di risorse finanziarie, mezzi e uomini, che ottengono enormi profitti in danno del bilancio dello Stato e dell'Unione europea, degli operatori onesti e della salute dei consumatori. L'Italia continua ad essere, inoltre, sia mercato di consumo che luogo di produzione e transito di prodotti verso altri Paesi membri. In tale contesto, la Guardia di Finanza ha rafforzato la propria partecipazione al network internazionale delle Agenzie di law enforcement. Tali forme di cooperazione, promosse da Europol, Interpol, Olaf e Organizzazione Mondiale delle Dogane, consentono un continuo e mirato scambio di informazioni ed azioni operative coordinate volte a disarticolare le organizzazioni criminali ed a sottoporre a sequestro i proventi illeciti, anche all'estero. A partire dal mese di giugno del 2021, un ulteriore impulso alle attività di indagine è stato fornito dalla Procura Europea, di cui la Guardia di Finanza, quale forza di polizia economico-finanziaria a competenza generale, è il naturale referente nella repressione dei reati, come il contrabbando, che ledono gli interessi finanziari unionali" ha dichiarato il Generale di Brigata Giuseppe Arbore, Capo del III Reparto Operazioni del Comando Generale.

TABACCO RISCALDATO (THP) E E-LIQUIDS: MERCATO IN CRESCITA E CONTRABBANDO ONLINE

Tra il 2018 e il 2021, le abitudini dei consumatori sono cambiate sensibilmente: il mercato delle sigarette tradizionali ha subito un calo del 9,4%, mentre il consumo dei prodotti di nuova generazione, in particolare stick THP e cartucce di eLiquids, è aumentato. Allo stesso tempo, il traffico illecito dei prodotti di nuova generazione si è sviluppato principalmente sul web attraverso il canale di vendita online, affiancato con minore impatto da bancarelle e venditori ambulanti. La maggior parte dei siti internet di rivenditori di liquidi da inalazione, stick THP e dispositivi THP operanti illecitamente è straniera: nel 2021 sono stati analizzati 71 siti Internet di rivenditori di liquidi da inalazione operanti illecitamente, dei quali un terzo sono italiani (24) e due terzi stranieri (47). I Paesi di maggior provenienza sono Russia (per i liquidi da inalazione), Russia e Stati Uniti (per gli stick THP) e Regno Unito (per i dispositivi THP).

 FOCUS: IL PUNTO DI VISTA DEI TABACCAI

Con l'obiettivo di raccogliere sempre più informazioni e dati utili alla prevenzione e contrasto del contrabbando, Intellegit e BAT Italia hanno condotto e integrato nello studio la prima indagine sulla percezione dei tabaccai riguardo la vendita illecita di sigarette tradizionali e dei prodotti di nuova generazione in Italia. I risultati suggeriscono una presenza capillare del mercato illecito sul territorio nazionale (confermando che non esistono aree del Paese immuni e che possono essere trascurate) e fanno trasparire come la questione rappresenti un problema molto sentito per la maggioranza degli intervistati. Secondo la loro percezione, il finanziamento di organizzazioni criminali è un danno del contrabbando particolarmente sentito da Nord a Sud, seguito dai danni all'erario; inoltre, il mercato illecito ridurrebbe i loro ricavi di circa il 13,7% per quanto riguarda le sigarette tradizionali, e del 12,8% in riferimento ai prodotti di nuova generazione. E se da un lato circa un terzo dei tabaccai teme una possibile futura crescita del fenomeno dovuta agli effetti delle conseguenze economiche derivanti dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, manifestando una preoccupazione diffusa, dall'altro la maggior parte dei intervistati (64% al Nord, 69% al Centro e 75% al Sud) considera le campagne di comunicazione e sensibilizzazione rivolte ai consumatori una strategia utile nella prevenzione e contrasto del contrabbando sia di sigarette che di prodotti di nuova generazione.

"Nell'impegno di BAT Italia per un futuro migliore, A Better Tomorrow™, prosegue la proficua collaborazione tra le istituzioni, le forze dell'ordine e gli enti di ricerca per monitorare il fenomeno del contrabbando di sigarette e prodotti di nuova generazione in Italia", ha affermato Alessandro Bertolini, Vice Presidente di BAT Italia e Responsabile Affari Legali e Relazioni Esterne per il Sud Europa. "Il report di quest'anno conferma il trend positivo dell'Italia, con il contrabbando ai minimi storici, grazie proprio allo straordinario lavoro di prevenzione e contrasto delle forze dell'ordine. Ma anche grazie a una politica fiscale equilibrata che, mantenendo prezzi accessibili ai consumatori sul mercato legale, consente di arginarlo, a differenza di altri Paesi in cui prezzi molto elevati portano il mercato illecito a crescere e prosperare. Come BAT Italia, siamo convinti che per proseguire questo cammino virtuoso non bisogna abbassare la guardia: la crisi economica che accompagna l'uscita dalla pandemia e la più recente guerra in Ucraina potrebbe spingere i consumatori a rivolgersi nuovamente al mercato illecito, per accedere a prezzi più bassi. Inoltre, registriamo anche quest'anno un incremento nell'acquisto di liquidi per le sigarette elettroniche e degli stick per i prodotti a tabacco riscaldato da canali non autorizzati, soprattutto online, con conseguenze molto dannose per la salute dei consumatori. Accanto alle evidenze numeriche, quest'anno abbiamo deciso di coinvolgere chi lavora sul campo: i tabaccai, per i quali è emerso che una corretta informazione dei consumatori potrebbe contribuire ad arginare il fenomeno. E' per questi motivi che come BAT Italia siamo orgogliosi di collaborare al fianco di istituzioni, forze dell'ordine e di tutta la filiera per monitorare e analizzare il fenomeno da un lato e aumentare la consapevolezza dei consumatori rispetto alle conseguenze dell'acquisto di prodotti dal mercato illecito, soprattutto con riferimento alle implicazioni per la salute."

Andrea Di Nicola, curatore dello studio e presidente di Intellegit, sottolinea l'importanza del metodo che il Report sul contrabbando di sigarette in Italia, anche con un costante confronto tra attori pubblici e privati, ha saputo sviluppare fin dalla prima edizione: "Da sempre abbiamo deciso di lavorare alla costruzione di un grande dataset sul contrabbando in Italia, capace di raccogliere e fondere, facendoli dialogare, i principali dati esistenti dei settori pubblico e privato con altre fonti informative nuove, create ad hoc. Rispetto a queste ultime, la novità di quest'anno è rappresentata dalla prima indagine sulla percezione dei tabaccai riguardo il contrabbando di sigarette tradizionali e dei prodotti di nuova generazione (realizzata da Intellegit e BAT Italia), che ci ha permesso di acquisire informazioni inedite e capillari a livello comunale che provengono da osservatori privilegiati. Proseguiamo quindi nella strada di irrobustire il dataset nazionale per mettere a disposizione di esperti e operatori un patrimonio conoscitivo unico e sempre aggiornato la cui utilità credo vada al di là delle analisi che annualmente presentiamo in questo rapporto".
"Lo Stato italiano incassa ormai più di 10 miliardi l'anno dal consumo di sigarette, tabacco riscaldato e liquidi da inalazione. E ha deciso di distinguere le accise in relazione al fatto che il suo incasso doveva salire gradualmente, ma tenendo ben conto delle diverse tipologie a fronte della diminuzione da anni in corso delle sigarette tradizionali" ha commentato Oscar Giannino, Giornalista economico "E senza pensare a fughe in avanti di una tassazione già così rilevante, come avvenuto invece in altri Paesi UE: non è un caso ma c'è invece un rapporto di causazione diretta, tra chi ha alzato per via fiscale il prezzo del pacchetto a 10 euro e oltre, e i Paesi in cui il fenomeno dell'illecito e del contrabbando ha raggiunto la doppia cifra percentuale rispetto al mercato legale. È un errore da evitare: perché a rischio sarebbe la salute di un maggior numero di consumatori di prodotti illeciti, e tutti i componenti delle filiere legali di produzione e distribuzione ci perderebbero insieme allo Stato per primo".

TRIESTE. Il ruolo strategico del Friuli Venezia Giulia nel mercato illecito è emerso chiaramente dalle analisi degli ultimi rapporti. Per quanto riguarda il contrabbando di sigarette, anche per il 2021 Udine (33,8%) e Trieste (21,5%) si classificano ai primi posti per la maggiore incidenza di prodotti illeciti non domestici e confermano la loro crescente importanza strategica nei flussi di sigarette non domestiche provenienti dall'Est Europa e dai Balcani, regione da cui originano il 33% dei flussi illeciti, di cui il 16,9% solo dalla Slovenia, principale paese di provenienza. La vendita illecita avviene principalmente per mano di venditori ambulanti che frequentano le zone centrali e del porto. I marchi più venduti sono diversi rispetto alle altre città monitorate: in cima alla classifica ci sono le Philip Morris (4,0€), seguite da Melbrea (2,5€), Chesterfield (3,5€) e Rothmans (3,5€).

MILANO. Nel 2021 a Milano si rileva una presenza inferiore di venditori rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa del protrarsi dell'emergenza pandemica. Il mercato illecito rimane comunque sempre legato alla presenza di venditori ambulanti, che offrono i loro prodotti nelle zone più frequentate per la movida (Colonne di San Lorenzo, Corso Como e Via Tortona) ma anche periferiche (quartiere Barona). I prezzi di vendita delle sigarette illecite a Milano sono decisamente più alti rispetto alle altre città monitorate: tutti i pacchetti vengono offerti a 3,5 o 4,5€, ad eccezione di un caso (Chesterfield Blu vendute a 3,0€). Il marchio più presente si conferma Marlboro, ma per la prima volta sono state individuate anche Dove, Platinum e Charlie.

NAPOLI. A Napoli la vendita di sigarette illecite è un fenomeno capillare, maggiormente concentrato nel centro, ma che si estende anche alla periferia. Le bancarelle nelle zone di mercato rimangono la modalità di vendita privilegiata, ma non mancano venditori ambulanti che frequentano le zone della movida o l'esterno delle attività commerciali (bar, centri scommesse e supermercati). Dopo la breve parentesi del 2020 dovuta alla pandemia, nel 2021 ritornano le vendite anche in abitazioni private, soprattutto nei quartieri del centro. Oltre ai marchi noti come Marlboro e Winston (entrambi generalmente venduti al prezzo di 3,5€), sono molto presenti anche le illicit whites come Regina (2,5-3,0€), Minsk (2,5-3,0€) e Ultra Buy (3,0€).

BARI. A Bari la modalità di vendita più frequente di sigarette illecite è costituita dai venditori ambulanti che si muovono sia per le strade del centro che in quelle di periferia. Le abitazioni sono anche dei punti di compravendita abbastanza importanti, mentre il monitoraggio ha rilevato una sola bancarella. Da sottolineare che dalla seconda metà del 2021 si riscontra il ritorno delle vendite nei circoli ricreativi, luoghi in cui si concentrava principalmente il mercato illecito prima della pandemia di Covid-19. A differenza delle altre città, si rileva una minor disponibilità di marchi di sigarette illecite e un'importante presenza di box slim. Marlboro rimane il marchio più presente (3,5€), seguito da Minsk (2,5-3,0€) e Winston (3,0-3,5€). Per la prima volta si individua anche un pacchetto di Benton (2,5€)

PALERMO. A Palermo si registra una presenza maggiore di venditori ambulanti rispetto agli anni precedenti, anche se non mancano le bancarelle nelle zone più trafficate della città. La vendita illecita è particolarmente concentrata nelle zone centrali, come ad esempio nei dintorni del mercato di Ballarò e della Stazione Centrale. Il marchio più venduto è Marlboro (3,5€), seguito da Richmond (3,0€), Chesterfield (3,0-3,5€) e Winston (3,0-3,5€). Si segnala inoltre la presenza di una nutrita offerta di illicit whites (vendute tra i 2,5€ e i 3,0€), tra cui le Regina al mentolo (tipologia di sigarette di cui è vietata la vendita nel mercato lecito a partire dal 20 maggio 2020).

Tre persone su quattro che si rivolgono al nostro store per smettere di fumare riescono nell’intento”.
Sono cifre importanti, concrete quelle che ci snocciola Alessandro Casonato, uno dei due titolari dello Svapoweb Store di Oderzo, ventimila anime in provincia di Treviso.
Ennesima conferma, quella che vive nelle parole dell’imprenditore trevigiano, rispetto al valore della sigaretta elettronica quale strumento di smoking cessation.
Numeri veri che rappresentano la migliore delle risposte alle teorie di chi – assolutamente lontano dal quotidiano del problema – sostiene, al contrario, l’inefficacia dello svapo quale metodo per dire addio al fumo.
Da circa quattro mesi affiliato alla rete del franchising Svapoweb, Casonato era già imprenditore del vaping essendo lo stesso negozio – vecchia denominazione Phoenix Vape – attivo sul territorio già dal 2017.

LA TESTIMONIANZA DI ALESSANDRO CASONATO

“Nello store – spiega Alessandro – entra, ogni giorno, oltre alla clientela fidelizzata, un consistente numero di persone che, fumatrici, chiede una soluzione per smettere di fumare. Questo è indice della fiducia forte che in tanti nutrono verso questo metodo quale soluzione al problema della dipendenza dal tabagismo.
Ciò non toglie che, comunque, al momento dei primi approcci, si debba smontare delle false credenze che ancora albergano nel pensiero delle persone e che sono frutto delle campagne di disinformazione”.
Una volta superata questa fase, quindi, si passa ad analizzare la tipologia di fumatore.
Una fase in cui l’empatia diviene determinante, oltre alla competenza propria di chi deve dare le soluzioni “tecniche” più calzanti al caso.
Sono stato un fumatore accanito, riesco ad entrare bene nella mente del fumatore.
Ho fumato tre pacchetti al giorno di Marlboro rosse per venti anni, sin da quando ne avevo undici-dodici.
Quando ho di fronte una persona nuova che mi chiede di smettere di fumare, tento di capire, in primo luogo, quanto fuma e che marca e se, ancora, la sigaretta la fumi intera, prima di gettarla via.
Solitamente mi oriento a proporre un liquido che abbia gusto di tabacco per andare in continuità”.

Un’esperienza consolidata nel dare supporto a quanti ambiscono a lasciarsi alle spalle il passato con le bionde.
Un’esperienza costruita dapprima su se medesimo
Non tocco una sigaretta da Ottobre 2016 – ci racconta l’imprenditore – a Giugno dello stesso anno avevo cominciato a fare uso della sigaretta elettronica, neppure veramente intenzionato a smettere.
Per tre mesi, da quando ho smesso, mi sono svegliato sempre in condizioni migliori. Quando fumavo, credevo di stare bene ma, in realtà, mi sbagliavo.

Dopo tre giorni avevo recuperato l’olfatto in modo pieno.
E da quando ho detto addio alle sigarette, ho calato drasticamente anche i caffè.
Prima ne bevevo una decina, ora uno, massimo due.
Ogni tanto ho desiderio di svapare, ma è un “bisogno” gestibilissimo.

Non si ha mai la vera e propria crisi d’astinenza che si ha con la sigaretta il cui bisogno ha sempre i caratteri dell’impellenza”.
Meglio e più chiaro di così…

Sigarette? No, grazie. A Porto Torres non si fuma.
Sul filo di lana dell’avvio della stagione estiva, arriva il provvedimento anche degli amministratori portotorresi.
Come rende noto l’Agenzia di stampa Ansa, infatti, su tutte le spiagge della località balneari della provincia di Sassari non sarà possibile fare uso di sigarette.
E le multe sono alquanto salate.

PROVVEDIMENTO FINO AL 31 OTTOBRE

Nella giornata di ieri, Venerdi 1 Luglio, l’ordinanza del sindaco Massimo Mulas con la quale sono state introdotte le specifiche limitazioni che resteranno valide fino a tutta la giornata del 31 Ottobre.
“Con questo provvedimento applichiamo anche a Porto Torres regole adottate in tantissimi Comuni – spiega il massimo esponente comunale in una nota pubblicata sul sito web istituzionale dell’Ente cittadino – è un peccato che sia necessaria un’ordinanza per ottenere comportamenti rispettosi del prossimo dell’ambiente ma siamo certo che in questo modo sarà possibile rendere ancora più decorose e accoglienti le nostre belle spiagge”.
Niente “bionde” in riva al mare, quindi, per la consueta doppia motivazione: in primo luogo ve ne è una di tutela della salute pubblica, volendosi proteggere coloro i quali non sono tabagisti dal fumo passivo.

E, poi, vi è l’altra motivazione da ricondurre ad un discorso squisitamente ambientale volendosi prevenire il fenomeno dell’abbandono dei mozziconi.
Meta rinomata del turismo, Porto Torres ricade nel Golfo dell’Asinara ed i suoi confini comprendono anche l’isola Piana.
Sanzioni, come dette, alquanto pepate che possono arrivare fino a quota 500 euro.
L’iniziativa si inquadra in un contesto di misure più ampio.
Viene annotato come “il Comune di Porto Torres intende perseguire con diverse attività di carattere istituzionale e di sensibilizzazione la diffusione di buone pratiche a tutela della salute pubblica anche con riferimento alla lotta contro il tabagismo e la prevenzione delle malattie che da tale fenomeno conseguono”.
Anche l’ordinanza del Comune sardo non pone limitazione alcuna all’utilizzo delle e-cig.

Un brand di liquidi per sigarette elettroniche italiano “correrà” alla Parigi-Dakar.
Ebbene si, l’azienda 001 Vape, gruppo capitanato da Alessandro Rovetta, sarà uno degli sponsor di “Viajando con Mabre”.
Si tratta, quest’ultimo, di un team di centauri, particolarmente votati all’avventura, che prenderà parte alla edizione 2023 della prestigiosa gara, oggi nota come Rally di Dakar o semplicemente Dakar.
Una competizione storica, aperta alla partecipazione di autovetture, motociclette, autocarri, quad e Side by Side che prevedeva, fino al 2007, la tappa finale nella capitale del Senegal ed un prologo in Europa.
Poi l’attraversamento del deserto del Sahara, sfidando dune di sabbia alte fino a cinquanta metri.
Una corsa che, in definitiva, non necessita di presentazioni, rappresentando uno degli appuntamenti motoristici più rinomati al mondo.
E che, l’anno prossimo, vedrà sfilare anche la livrea di 001 Vape.

L’AZIENDA E’ GUIDATA DA ALESSANDRO ROVETTA

L’azienda di Sesto San Giovanni, come prima detto, guidata dal Ceo Alessandro Rovetta e dedita, sin dal 2018, alla produzione di liquidi per sigarette elettroniche, andrà ad apporre il proprio logo sulla Ktm 450 Rally Factory a bordo della quale “Viajando con Mabre”, al secolo Mario e Maria, sfiderà i pericoli e le insidie del lunghissimo viaggio.
Mario e Maria, come prima detto, sono due youtuber che hanno dato vita ad un canale dedicato attraverso il quale raccontano l’amore per la vita all’aperto, per la scoperta di nuovi luoghi.
Il tutto dalla prospettiva delle due ruote.
Un “blog” seguitissimo dagli aficionados dell’avventura, da coloro i quali sono amanti dei viaggi fai-da-te, della sfida ai pericoli.
Ed ora il grande passo di tuffarsi nell’esperienza dell’avvincente super race nel deserto.
Dopo contatti intercorsi tra le parti, Rovetta ha accettato di essere uno degli sponsor del team e già ora il logo aziendale sta comparendo nel contesto di tutta una serie di eventi che fanno da prodromo all’appuntamento.
Gli svapatori nazionali, in particolare quelli griffati 001 Vape, non avranno senz’altro dubbio su chi concentrare il proprio tifo.